Festa dei morti a Palermo, il segreto che si cela dietro le iconiche Pupaccena

Dalla leggenda araba alle tavole dei bambini siciliani, un viaggio culinario e culturale nella tradizione palermitana

A cura di Simona Lo Certo
31 ottobre 2023 08:52
Festa dei morti a Palermo, il segreto che si cela dietro le iconiche Pupaccena
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Pupi a cena o pupaccena, anche Palermo celebra i suoi morti

Anche quest’anno Palermo si prepara a celebrare la festività dei morti, rispettando la tradizione che vanta una lunga e interessante storia.

Da secoli infatti, i palermitani sono soliti colorare le loro tavole con i pupi a cena o le pupaccena, gli omini di zucchero che raffigurano i paladini siciliani e che oggi si trovano in differenti e più aggiornate varianti.

A Palermo, i “pupi a cena” non sono solo dolci, ma simboli di spiritualità e ritualità, realizzati da esperti artigiani, noti come “gissara”, che ancora oggi creano queste opere d’arte zuccherine utilizzando stampi di gesso o terracotta e che maestria, plasmano lo zucchero per mantenere viva questa antica tradizione.

Se sei curioso di conoscere la storia di questa lunga e antica tradizione palermitana, continua a leggere

Pupi a cena, una tradizione palermitana molto antica

L’origine della pupaccena è avvolta in un alone di mistero e giunta fino ad oggi grazie a due varianti, l’una che narra la storia di un un nobile arabo caduto in disgrazia, che li offrì ai suoi ospiti in tempi di ristrettezze culinarie e l’altra che risale, invece, al 1574, quando a Venezia fu organizzata una sontuosa cena in onore della visita di Enrico III, figlio di Caterina dei Medici.

Fu allora che il celebre cuoco siciliano Sansovino su richiesta di onorare la visita di Enrico III di Valois creò con i suoi apprendisti delle affascinanti sculture di zucchero che stupirono e deliziarono gli ospiti durante un sontuoso banchetto.

La notizia giunse ai marinai palermitani che avevano contribuito al trasporto dello zucchero a Venezia. Fu grazie a loro che quei pupi per la cena poterono prendere vita, dando origine al nome corretto di “pupaccena”. Quando i marinai tornarono a Palermo, la storia raggiunse gli orecchi dei talentuosi dolcieri locali. Questi artisti reinterpretarono la tradizione, dipingendo i loro “pupi” con i vibranti colori tipici del carretto siciliano.

Oggi, queste figure rappresentano una vasta gamma di immagini umane: ballerine, giocatori della squadra di calcio del Palermo, personaggi di cartoni animati e fumetti, animali come cavalli, cagnolini, galli, e molti altri.

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