Parco della Favorita, il più grande parco urbano d’Italia si trova a Palermo
Il Parco della Favorita è il parco urbano più vasto d'Italia, sai perché? Scoprilo leggendo l'articolo
Il Parco della Favorita, il parco urbano più vasto d’Italia
Quante passeggiate, quanti pic-nic e quante giornate hanno trascorso i palermitani nel Parco della Favorita, un luogo che, sebbene spesso interdetto al pubblico, offre a tutti un rifugio dal caos cittadino. Un posto green immerso nel tessuto urbano palermitano, riconosciuto il più vasto d’Italia per la sua ampia dimensione.
Noto anche come Real Tenuta della Favorita, è una vasta area verde situata a Palermo, ai piedi del Monte Pellegrino, che si estende su una superficie di 4 km², rappresentando il polmone naturale della città inserito all’interno della riserva naturale orientata Monte Pellegrino, rinomata per la sua ricca flora e le specie rare che ospita.
Istituito alla fine del XVIII secolo come residenza reale di Ferdinando III di Borbone, il Parco della Favorita vanta un’antica storia e un’origine da luogo di caccia e adibito alla pratica dell’agricoltura sperimentale.
Se vuoi conoscere la storia del Parco della Favorita, leggi sotto e scoprila.
La storia del Parco della Favorita
Ferdinando III di Borbone creò il parco nel 1799, trasferendosi a Palermo dopo essere stato costretto a fuggire da Napoli a causa della rivoluzione napoletana.
Attratto dalla rigogliosa campagna a nord della città, decise di fondare una vasta tenuta che comprendesse parti del Monte Pellegrino, la Piana dei Colli e Mondello e di attribuirle il nome di Real Tenuta della Favorita, forse in omaggio alla duchessa di Floridia, Lucia Migliaccio, con cui Ferdinando aveva una relazione segreta.
All’interno del parco, Ferdinando fece ristrutturare la “Casena” dall’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia, che mantenne l’estetica orientaleggiante, dando vita alla Palazzina Cinese, che venne arricchita con elementi in stile Luigi XVI e pompeiano e dotata di un ascensore ingegnoso per il trasporto di vivande.
La Favorita offriva frescura durante l’estate ed era anche luogo di esperimenti agricoli con coltivazioni di agrumi, olivi, frassini, noci e sommacco. Serviva anche come riserva di caccia, poiché il re amava cacciare fagiani, pernici e conigli. Nel tempo, furono aggiunti viali e strutture al parco.
Nel 1860, con il passaggio della tenuta ai Savoia, il parco fu aperto al pubblico e utilizzato per eventi sportivi e sociali. Durante la prima guerra mondiale, gran parte dell’area venne destinata ad attività belliche. Successivamente, il parco ha ospitato eventi come la Targa Florio e concerti rock.
Oggi il Parco è noto come della “Favorita”, ma sai perché si chiama così? Eccolo spiegato di seguito.
Perché si chiama Parco della Favorita?
Oggi, la Favorita è parte della Riserva Naturale Orientata Regionale “Monte Pellegrino”, gestita dai Rangers d’Italia; dispone di vari accessi, tra cui la Porta dei Leoni e il Cancello Giusino e include anche la Palazzina Cinese, Villa Niscemi, l’ippodromo del trotto, lo stadio e altre strutture sportive, oltre al noto Patriarca della Favorita, un ulivo millenario, simbolo della longevità di Palermo.
Tutti i veri palermitani e non solo conoscono il Parco, anche se molti non sanno perché si chiami “della Favorita”: ecco il motivo.
Secondo fonti storiche e letterarie, il nome scaturì dalla forte passione che Ferdinando I Borbone provò per la bellissima duchessa di Floridia e Partanna.
Sembra infatti che Lucia Migliaccio, figlia del duca di Floridia e San Donato e della nobildonna spagnola Donna Dorotea Borgia e Rau, riuscì a colpire il cuore del re inducendolo a sposarlo dopo la morte della regina.
Entrambi erano legati da precedenti matrimoni, e la loro unione si consumò solo dopo la scomparsa dei rispettivi coniugi. Tuttavia, per evitare scandali e complicazioni, Ferdinando, finché la regina era in vita, decise di donarle, in maniera non immediatamente riconoscibile, la maestosa Real Tenuta della Favorita.
Galeotto fu il parco potremmo dire, luogo che ha visto nascere (e forse anche finire) tantissimi amori e che ne vedrà moltissimi altri.