Disarticolato vertice famiglia mafiosa di Carini: Cinque arresti

I Carabinieri di Palermo hanno arrestato il vertice della famiglia mafiosa di Carini. Cinque persone sono coinvolte in associazione per delinquere, estorsioni e reati legati alle armi. Le indagini hanno documentato il rientro di pregiudicati mafiosi e l'i

A cura di Redazione
30 gennaio 2024 10:15
Disarticolato vertice famiglia mafiosa di Carini: Cinque arresti
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I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Le persone coinvolte sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate e reati in materia di armi.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo nel periodo 2021/2023 hanno documentato il rientro di pregiudicati mafiosi nelle fila della famiglia mafiosa di Carini, nonché l’inserimento di giovani associati ambiziosi provenienti da famiglie storicamente legate alla criminalità organizzata locale.

Gli esiti delle indagini hanno permesso di individuare gli assetti interni della famiglia mafiosa di Carini, facente parte del mandamento di “Tommaso Natale/San Lorenzo”, e di individuare le responsabilità dei singoli associati in reati come estorsioni e gestione di condotte illecite nel settore immobiliare.

In particolare, è emerso che i vertici dell’associazione mafiosa gestivano una condotta idrica abusiva, fornendo acqua per uso civile a una parte consistente della popolazione locale dietro pagamento.

L’operazione odierna conferma l’operatività e l’ambizione della mafia locale ad affermarsi e a ritornare potente, mantenendo una piena operatività e aspirando a riacquistare la capacità militare del passato.

È importante sottolineare che, al momento, le persone coinvolte sono solamente indiziate di reato, e la loro posizione verrà valutata dall’Autorità Giudiziaria nel corso del processo, in ottemperanza al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.

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