Operazione "Falsomiele": arrestato padre e denunciato figlio per coltivazione di marijuana

Carabinieri arrestano padre e denunciano figlio per coltivazione di marijuana in un box a Palermo. Sequestrate piante e droga pronta per la vendita.

A cura di Redazione
08 marzo 2024 11:12
Operazione "Falsomiele": arrestato padre e denunciato figlio per coltivazione di marijuana
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I Carabinieri della Stazione di Palermo Villagrazia hanno arrestato un 60enne palermitano e denunciato, in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, il di lui figlio 30enne, con l’accusa di detenzione, coltivazione e produzione di sostanza stupefacente e furto aggravato di energia elettrica. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, svolto nel quartiere “Falsomiele”, i militari hanno sorpreso i due uomini mentre uscivano da un box dove avrebbero gestito una serra indoor, creata per la coltivazione di cannabis e da diversi giorni tenuta sotto controllo per i movimenti anomali nella zona.

All’interno dell’immobile e della relativa abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto più di 60 piante di cannabis, dell’altezza media di un metro e oltre un chilo tra hashish e marijuana pronti per la vendita al dettaglio, tenuto conto del materiale per il confezionamento ritrovato. L’attività illecita veniva svolta con l’uso di attrezzature per il riscaldamento e l’irrigazione, alimentate grazie ad un allaccio abusivo alla rete elettrica, scoperto grazie all’intervento di tecnici Enel.

Con la lavorazione e la successiva immissione della sostanza stupefacente ottenuta, nel mercato clandestino, la droga avrebbe potuto fruttare diverse decine di migliaia di euro. L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Palermo. Tutta l’attrezzatura è stata sequestrata e la droga è stata inviata al L.A.S.S. , Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del comando Provinciale di Palermo per gli accertamenti tecnici.

È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

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