Lotta alla mafia: inaugurato il casolare "Peppino Impastato" a Cinisi

Restaurato il casolare "Peppino Impastato" a Cinisi, simbolo di lotta alla mafia. Aperto al pubblico con cerimonia di inaugurazione presenziata dalle autorità.

A cura di Redazione
29 aprile 2024 15:48
Lotta alla mafia: inaugurato il casolare "Peppino Impastato" a Cinisi
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Il casolare “Peppino Impastato” a Cinisi, nel Palermitano, è stato restaurato e restituito alla collettività. Qui, il 9 maggio del 1978, l’attivista politico e giornalista venne assassinato dalla mafia. La cerimonia di inaugurazione è avvenuta questa mattina con la presenza del presidente della Regione, che ha annunciato l’affidamento in comodato d’uso gratuito del sito alle associazioni del territorio impegnate nella lotta alla criminalità.

Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti autorità civili e militari, oltre ai familiari di Peppino Impastato, alle delegazioni di istituti scolastici locali e a numerose altre personalità. Il presidente della Regione ha anche incontrato gli studenti, affrontando il tema della legalità nel quotidiano e invitandoli a visitare Palazzo d’Orléans.

Il progetto di recupero dell’immobile e del terreno circostante, entrati in possesso della Regione nel 2020, è stato redatto dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo. I lavori sono stati avviati nel gennaio 2023 e finanziati con risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2020-2024 per un importo di centocinquantamila euro, eseguiti dall’impresa palermitana Scancarello.

Il governo siciliano ha voluto salvare dal degrado questo luogo di forte valenza evocativa e di testimonianza contro la criminalità, rendendolo uno spazio aperto ai cittadini e tappa del “percorso della memoria” in ricordo delle vittime di mafia. I lavori di restauro hanno riguardato il consolidamento della muratura, la pulitura e integrazione delle pavimentazioni, la collocazione di infissi in legno, porte d’ingresso, impianto elettrico e revisione delle coperture.

All’interno della stalla, è stato scelto di realizzare un parallelepipedo in policarbonato trasparente per sostituire la seduta in pietra su cui erano rimaste tracce di sangue. Una porzione della superficie è stata resa rugosa manualmente per fissare simbolicamente quelle macchie, con l’intento di “cristallizzare l’assenza”.

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