L’acquedotto romano di Termini Imerese a Palermo | L’ingegneria segreta dei conquistatori di Sicilia
Scopri l’Acquedotto Cornelio di Termini Imerese, un capolavoro d’ingegneria romana che ha resistito a secoli di guerre e distruzioni.

Nascosto tra le colline di Termini Imerese si trova uno dei capolavori d’ingegneria idraulica più imponenti dell’antichità: l’Acquedotto Cornelio, costruito dai Romani nel II secolo d.C. per garantire il rifornimento idrico alla città.
Questa straordinaria opera, oggi in parte dimenticata, fu fondamentale per la sopravvivenza e la crescita della colonia romana, tanto da diventare un obiettivo strategico durante assedi e guerre. Ma quali segreti nasconde davvero?
Struttura e percorso dell’acquedotto
L’acquedotto prendeva l’acqua dalle sorgenti di Brucato, alle falde del Monte San Calogero, e la trasportava per oltre 8 km fino al centro abitato di Termini Imerese.
Il tratto più spettacolare è il ponte monumentale di contrada Figurella, che originariamente presentava:
- Nove arcate inferiori e quindici superiori
- Un’altezza di 16 metri
- Una lunghezza complessiva di 101 metri
Un’opera distrutta e ricostruita più volte
Nel corso dei secoli, l’Acquedotto Cornelio fu più volte preso di mira dai nemici per assetare la città e costringerla alla resa.
- 828 d.C.: Gli Arabi lo distruggono durante l’assedio di Termini Imerese.
- 1338: Viene demolito da Carlo d’Artois per interrompere il rifornimento d’acqua.
- XIX secolo: Rimane in funzione fino al 1860, quando viene definitivamente abbandonato.
Tecniche costruttive e materiali segreti
I Romani utilizzarono una tecnica innovativa per garantire la resistenza dell’acquedotto nel tempo:
- Muratura in opera cementizia, tipica dell’architettura romana
- Paramenti in blocchetti di pietra, perfetti per resistere alle intemperie
- Torri di decompressione, per regolare la pressione dell’acqua e prevenire danni
Questa tecnologia permise all’acquedotto di funzionare per secoli, rendendolo un capolavoro ingegneristico.
Il dettaglio finale: la torre esagonale e l’iscrizione scomparsa
Una delle strutture più affascinanti dell’acquedotto è la torre esagonale, situata lungo il suo percorso. Questa particolare costruzione serviva come castello di compressione, regolando la pressione dell’acqua per prevenire il cedimento delle arcate.
Si racconta che un tempo, su una delle pareti della torre, fosse incisa un’iscrizione latina con la frase “Aquae Corneliae ductus P. XX”, che indicava probabilmente un’area sacra attorno all’acquedotto.