Il palazzo Abatellis e il volto del dolore | La donna del Trionfo della Morte che inquieta Palermo da secoli

Dentro un palazzo nobiliare di Palermo c'è uno sguardo che ghiaccia il sangue: la Donna del Trionfo della Morte non ti lascia scappare.

A cura di Paolo Privitera
15 aprile 2025 12:00
Il palazzo Abatellis e il volto del dolore | La donna del Trionfo della Morte che inquieta Palermo da secoli - Foto: Effems/Wikipedia
Foto: Effems/Wikipedia
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Nel cuore di Palermo c'è un volto che ha fatto tremare generazioni di visitatori. Non è quello di una santa, né di una regina, ma di una donna scheletrica a cavallo, al centro del dipinto più inquietante del Quattrocento europeo. Il suo sguardo sembra attraversare il tempo, e chi lo incrocia non lo dimentica più.
Siamo nel Palazzo Abatellis, casa della celebre opera “Il Trionfo della Morte”, e del suo enigmatico volto femminile.

Un palazzo gotico che nasconde capolavori e segreti

Il Palazzo Abatellis fu costruito alla fine del XV secolo come residenza dell’illustre Francesco Abatellis, maestro portulano del Regno di Sicilia. Dopo la sua morte, l’edificio fu convertito in convento e, nel tempo, trasformato in museo d’arte medievale e rinascimentale.
Oggi ospita opere straordinarie, ma nessuna ha lo stesso impatto emotivo del Trionfo della Morte.

Il Trionfo della Morte: una cavalcata verso l’abisso

Dipinta tra il 1445 e il 1450 da un autore sconosciuto, l’opera fu originariamente realizzata per il cortile di Palazzo Sclafani, oggi sede dell’ospedale militare di Palermo. È un affresco di quasi sei metri di lunghezza, staccato e trasportato nel Novecento a Palazzo Abatellis.
Mostra la Morte, raffigurata come uno scheletro a cavallo, che falcia nobili, cardinali, artisti e contadini: nessuno è risparmiato.

Il volto che ghiaccia Palermo: chi è la donna scheletrica?

Al centro del dipinto, in cima al cavallo nero, c'è una figura che ha ossessionato critici, artisti e visitatori per secoli: una donna scheletrica con un'espressione umana, feroce e spietata.
Secondo alcuni, il volto avrebbe tratti femminili volutamente marcati, come se l'artista volesse rappresentare non solo la morte fisica, ma anche quella sociale, la caduta del prestigio e della bellezza.

Un messaggio potente sotto la bellezza crudele

Il Trionfo della Morte non è solo un capolavoro pittorico: è una critica feroce alla società del tempo. L’artista anonimo mette in scena una giustizia definitiva e crudele, in cui la morte azzera i privilegi e mette tutti sullo stesso piano.
Anche oggi, davanti all’opera, i visitatori restano in silenzio, spesso visibilmente scossi.

Il mistero dell’autore e la sua identità perduta

Nonostante la fama dell’opera, l’autore resta ancora oggi sconosciuto. Alcuni storici attribuiscono l’affresco alla bottega di Guillaume Spicre, pittore francese attivo in Sicilia nel XV secolo. Altri ipotizzano un anonimo artista locale, influenzato dalla pittura toscana e fiamminga.
Il volto della Morte, però, è troppo definito, troppo reale: c'è chi giura che sia ispirato a una vera donna, forse morta per peste o giustiziata.

Curiosità

Negli anni ’60, durante un restauro, i tecnici scoprirono che sotto il volto della Morte c’erano tracce di un altro volto, poi cancellato. Alcuni sostengono che l’artista cambiò intenzionalmente l’espressione della figura, rendendola più crudele e disturbante.

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