Arrestati due giovani per terrorismo | La Sicilia stava per diventare un emirato islamico?
Due giovani arrestati a Palermo per terrorismo: propagavano messaggi jihadisti sui social. I dettagli choc dell'indagine. ⚠️📰

Palermo: Due giovani arrestati per terrorismo
PALERMO – Due giovani di origine bengalese sono stati arrestati dalla polizia nell’ambito di un’indagine della Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo. I due, un 21enne residente a Palermo e un 18enne di Castelvetrano, sono accusati di apologia di delitti aggravata dalla finalità di terrorismo. Le operazioni di fermo si sono svolte il 6 maggio, ma solo oggi è stata divulgata la notizia.
Propaganda jihadista sui social
Gli arrestati avrebbero inneggiato alla Jihad e al martirio religioso attraverso vari canali social e reti virtuali giovanili. Le indagini hanno rivelato che i due giovani non si limitavano a divulgare messaggi, ma esprimevano anche frasi estremiste e incitamenti alla violenza.
Cosa hanno trovato le autorità
Durante le perquisizioni dei dispositivi elettronici degli indagati, gli investigatori hanno scoperto un repertorio inquietante di contenuti. Tra i file erano inclusi video legati all’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, accompagnati da un nasheed jihadista intitolato “Prenditi il nostro sangue”. Analisi approfondite hanno evidenziato la loro postura radicale, insieme a minacce di vendetta contro le vittime palestinesi.
Ricerche sospette e iscrizioni compromettenti
Non solo video di propaganda: nella cronologia dei loro dispositivi, gli esperti di antiterrorismo hanno trovato ricerche come “dove colpire una persona per paralizzarla?”. Inoltre, uno dei giovani si era registrato con il nick ‘Osama Bin’ su un canale privato dove veniva condiviso materiale per la formazione di combattenti jihadisti.
Visioni distorte sul futuro
Tra le manifestazioni più preoccupanti di radicalizzazione, uno dei fermati ha postato: “La Sicilia tornerà ad essere l’Emirato islamico”. I due giovani condividevano messaggi che glorificavano la Jihad e il martirio, sostenendo l’uso della violenza contro i “kuffar”, o miscredenti. Una frase ricorrente nei loro messaggi era la riflessione sulla propria morte come forma di sacrificio.
Riflessioni finali
Questi eventi sollevano interrogativi importanti sulla radicalizzazione tra i giovani in Sicilia e sull’uso dei social media come strumenti di propagazione di ideologie estremiste. Le autorità continuano a monitorare con attenzione la situazione, consapevoli del potenziale rischio che simili ideologie comportano per la sicurezza pubblica.