Un angolo che pochi conoscono | Il cuore segreto di Palermo che ha plasmato il potere economico
Scopri la storia della Regia Dogana di Palermo, fulcro del potere economico tra tasse, traffici e rivolte popolari.

Un portale sul mare: la nascita della Regia Dogana
Nel 1520, nel cuore pulsante della Palermo mercantile, venne edificata la Porta della Dogana, un varco monumentale che regolava l'ingresso delle merci via mare. Situata accanto alla chiesa di Santa Maria della Catena, questa porta era il punto di passaggio obbligato per ogni bene destinato alla città, sottoposto al pagamento delle dovute gabelle.
Architettura e simbolismo: ma maestosità della porta
La Porta della Dogana, nota anche come Porta della Doganella, era un esempio di architettura rinascimentale, con pilastri decorati, fregi e un'aquila marmorea che sovrastava l'ingresso, simbolo del potere reale. Nel 1628, il viceré Francesco Fernández de la Cueva, duca di Alburquerque, ne ordinò l'abbellimento, tanto che il Senato Palermitano la ribattezzò Porta Alburquerque, sebbene il nome popolare rimase invariato.
Il Palazzo Chiaramonte-Steri: sede della Regia Dogana
Le merci che attraversavano la Porta della Dogana venivano immagazzinate al piano terra del Palazzo Chiaramonte-Steri, in attesa di essere sdoganate. Questo edificio, già sede dell'Inquisizione e residenza vicereale, divenne il fulcro delle attività doganali, simbolo del controllo economico esercitato sulla città.
Contrabbando e controllo: la lotta per il potere economico
Il sistema doganale palermitano non era immune da problemi. Nel corso del tempo, la mancanza di una tariffa uniforme e la presenza di privilegi concessi a determinati gruppi crearono un ambiente favorevole al contrabbando. Per contrastare queste pratiche, nel 1786 fu istituita la Suprema Giunta delle Dogane, con l'obiettivo di riformare il sistema e garantire una gestione più efficiente delle entrate fiscali.
Declino e abbattimento: la fine di un'era
Nonostante la sua importanza storica e architettonica, la Porta della Dogana fu abbattuta nel 1852, nel contesto di una riorganizzazione urbanistica che mirava a modernizzare la città. Oggi, di quella maestosa struttura rimane solo il ricordo, custodito nelle cronache e nei documenti storici.
Curiosità: un'iscrizione dimenticata
Sopra la Porta della Dogana era incisa un'iscrizione che celebrava il viceré Alburquerque e il Senato Palermitano. Questo dettaglio, spesso trascurato, sottolineava l'importanza politica e simbolica della struttura, non solo come punto di controllo economico, ma anche come manifestazione del potere e dell'autorità cittadina.