Un colpo di scena che ha cambiato tutto | Come Palermo ha vinto una battaglia silenziosa per il sapere

Scopri come Palermo ottenne la sua università nel 1806, tra nobili, gesuiti e rivoluzioni. Una storia di sapere e potere lunga secoli.

A cura di Paolo Privitera
31 maggio 2025 12:00
Un colpo di scena che ha cambiato tutto | Come Palermo ha vinto una battaglia silenziosa per il sapere - Foto: Effems/Wikipedia
Foto: Effems/Wikipedia
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Le radici medievali: un sogno proibito

Per secoli, Palermo aspirò a diventare un centro di studi universitari. Già nel Trecento, l'amministrazione cittadina chiese al re Federico III d'Aragona il permesso di istituire un'università per lo studio del diritto e della medicina, ma la richiesta fu respinta. Nel Quattrocento, sorsero lo Studio francescano e lo Studio generale, che permettevano di conseguire la laurea solo in altre università. 

L'era dei gesuiti: sapere e fede

Nel 1550, i gesuiti fondarono il Collegio Massimo al Cassero, da cui impartivano insegnamenti in teologia e filosofia. Per oltre due secoli, furono i principali promotori dell'istruzione superiore a Palermo. Tuttavia, nel 1767, furono espulsi dal regno da Ferdinando I, lasciando un vuoto nell'istruzione avanzata. 

La svolta borbonica: la nascita dell'università

Il 12 gennaio 1806, Ferdinando III di Borbone trasformò l'Accademia panormita degli Studi in Università, concedendole il potere di rilasciare lauree in teologia, medicina, giurisprudenza e filosofia. Questo evento segnò la nascita ufficiale dell'Università degli Studi di Palermo, realizzando un sogno che la città coltivava da secoli. 

Il Convento dei Teatini: da luogo sacro a tempio del sapere

L'Università trovò sede nel Convento dei Teatini, adiacente alla chiesa di San Giuseppe dei Teatini in via Maqueda. Questo edificio, con il suo imponente chiostro colonnato, divenne il cuore pulsante dell'ateneo. Nel tempo, subì diverse trasformazioni, ospitando anche la Reale Stamperia e, successivamente, diventando sede della facoltà di Giurisprudenza. 

L'unità d'Italia e la laicizzazione dell'ateneo

Con l'arrivo di Garibaldi nel 1860 e l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia, l'Università di Palermo subì profondi cambiamenti. La facoltà di Teologia fu chiusa e furono istituite nuove scuole, come quella per ingegneri e architetti, segnando una svolta laica e moderna nell'istruzione palermitana. 

Figure illustri: Cannizzaro e Amari

Nel periodo post-unitario, l'Università di Palermo vide l'ascesa di figure di spicco come il chimico Stanislao Cannizzaro, che contribuì alla modernizzazione dell'ateneo, e Michele Amari, ministro e specialista in studi arabi, che ne ampliò l'orizzonte culturale. 

Palazzo Chiaramonte-Steri: simbolo di rinascita

Dal 1984, il Palazzo Chiaramonte-Steri, uno degli edifici storici più importanti di Palermo, costruito nel 1307, ospita il rettorato dell'Università. Questo palazzo, un tempo residenza della famiglia Chiaramonte, simboleggia la continuità tra il passato nobiliare della città e la sua vocazione accademica. 

Curiosità: il primo corso di antropologia sociale in Italia

Nel 1944, l'Università di Palermo istituì la prima cattedra italiana di antropologia sociale, affidandola a Giuseppe Cocchiara. Questo corso rappresentò un'innovazione significativa nel panorama accademico italiano, anticipando l'interesse per le scienze sociali e culturali. 

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