Un destino che non avresti mai immaginato | La tragica vicenda tra le montagne siciliane che fa parlare tutti

Un legame profondo, una felicità ritrovata e poi, all’improvviso, l’oscurità. Dietro quel volo maledetto, si nasconde la storia vera di un amore irripetibile.

A cura di Paolo Privitera
31 maggio 2025 18:00
Un destino che non avresti mai immaginato | La tragica vicenda tra le montagne siciliane che fa parlare tutti -
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Una storia d’amore tra favola e dolore, spezzata nei cieli siciliani

Certe storie sembrano scritte dalla mano impietosa del destino. Una principessa dagli occhi verdi, un regista brillante e il sogno di una vita insieme. Ma il volo AZ 112, quella sera di maggio del 1972, non arrivò mai a destinazione.

Franco Indovina, regista palermitano in ascesa, era a bordo. Sarebbe morto nello schianto di Montagna Longa, insieme ad altre 114 persone. Nessun superstite. Nessuna spiegazione convincente. Solo domande, dolore e un amore rimasto sospeso.

Tra le vittime, il suo nome e quello di molti altri illustri passeggeri. Ma dietro di lui, in silenzio e lontano dai riflettori, la principessa Soraya Esfandiary, l’ex imperatrice di Persia, piangeva il suo compagno. Era la seconda volta che il destino le strappava via l’amore.

Chi erano Franco e Soraya

Lui era stato allievo di Visconti, Antonioni, Rosi, De Sica. Aveva diretto Tognazzi, Gassman, Mastroianni. Stava lasciando il segno. Lei era stata la moglie dello Scià di Persia, adorata, ripudiata perché sterile, simbolo di un regno che non c’è più.

Si erano conosciuti sul set nel 1964, durante le riprese de I tre volti, e da allora mai lasciati. Una relazione tormentata, paparazzata senza tregua, contestata perché Indovina era sposato (e in Italia non esisteva ancora il divorzio). Ma insieme erano felici.

Soraya aveva trovato in lui un rifugio, una seconda vita. Dopo il divorzio dallo Scià, aveva vagato per l’Europa come la “principessa triste”, ma con Franco aveva ricominciato a sorridere. Fino a quel maledetto volo.

Il mistero di Montagna Longa

Era il 5 maggio 1972. Il volo AZ 112 da Roma a Palermo precipitò alle 22:22 contro un crinale di 935 metri. I giudici parlarono di errore umano. Ma la scatola nera non funzionava. Alcuni esperti ipotizzarono un sabotaggio. Ancora oggi, la verità è nebbia.

Franco morì a 40 anni. Lasciò due figlie, una delle quali, Lorenza Indovina, avrebbe seguito le sue orme nel cinema. Soraya non si riprese mai. I giornali scandalistici la inseguirono persino durante il lutto.

Eppure, fu proprio lei, in una delle sue ultime interviste, a sussurrare: «Franco e lo Scià sono stati i due soli amori della mia vita».

Un amore tra due mondi, sepolto in Sicilia

Soraya visse il resto dei suoi giorni tra Parigi e i ricordi, nel suo appartamento di Avenue Montaigne. Scrisse un libro, Il palazzo della solitudine, e ammise di non aver mai dimenticato nessuno dei due uomini che aveva amato. Morì nel 2001, a 69 anni.

Una fiaba rovesciata. Un amore vissuto nell’ombra e finito troppo in fretta. Ma chi conosce davvero questa storia, non la dimentica più.

Perché alcune tragedie non colpiscono solo per il numero delle vittime, ma per la poesia spezzata che si lasciano dietro.

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