Un segreto antico che sta finalmente emergendo | La storia oscura di questa chiesa a Palermo ti sorprenderà
Scopri la storia dimenticata della Chiesa dei Cancellieri di Palermo, simbolo di potere e fede, distrutta nel 1943.

Un simbolo di potere e fede
Nel cuore di Palermo, sorgeva la Chiesa di Santa Maria del Cancelliere, fondata nel 1171 dal Gran Cancelliere Matteo d'Aiello. Originariamente conosciuta come Santa Maria dei Latini, la chiesa rappresentava un punto di riferimento per la comunità latina della città, distinguendosi dal monastero del Santissimo Salvatore di rito greco.
La sede dei notai
La chiesa era strettamente legata al notariato palermitano. I notai, figure chiave nella Palermo medievale, trovavano nella Chiesa dei Cancellieri un luogo di riferimento spirituale e professionale. La presenza di documenti notarili e la vicinanza agli uffici amministrativi del regno sottolineano l'importanza della chiesa nel contesto giuridico dell'epoca.
Arte e architettura
Nel 1590, la chiesa fu ricostruita, presentando una facciata con tre portali rinascimentali. L'interno, a navata unica, era adornato da affreschi di Andrea Carrera e Pietro Novelli, raffiguranti scene della vita di San Benedetto e Santa Scolastica. L'altare maggiore ospitava una tela di Gaspare Serenario, raffigurante la donazione del monastero da parte del Gran Cancelliere.
La distruzione e l'oblio
La notte tra il 29 e il 30 giugno 1943, durante un bombardamento su Palermo, la chiesa fu completamente distrutta. Oggi, sull'area un tempo occupata dalla chiesa, sorge un edificio scolastico. Tuttavia, grazie all'intervento di monsignor Pottino, molte opere d'arte furono salvate e sono ora conservate nel Museo Diocesano.
La dolce tradizione
Le monache del monastero erano famose per la produzione dei "feddi del Cancelliere", dolci al pistacchio dalla forma particolare. Il poeta Giovanni Meli li celebrò, affermando che per assaggiarli si sarebbe disposto a sette anni di galera.
Curiosità
La statua in marmo di Santa Lucia, portata dalle monache nel 1586, è sopravvissuta alla distruzione della chiesa e oggi è visibile nel Museo Diocesano di Palermo, testimoniando la resilienza della fede e della cultura palermitana.