A Palermo la chiamano "Strage del Pane" | Questa via nasconde segreti assurdi dietro teatri e palazzi

Scopri Via Maqueda, l'asse barocco di Palermo: una passeggiata tra teatri, palazzi storici e cultura viva nel cuore della città.

A cura di Paolo Privitera
26 giugno 2025 12:00
A Palermo la chiamano "Strage del Pane" | Questa via nasconde segreti assurdi dietro teatri e palazzi - Foto: Civa61/Wikipedia
Foto: Civa61/Wikipedia
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Una strada di storia e cultura

Via Maqueda, conosciuta anche come "Strada Nuova", è una delle arterie principali del centro storico di Palermo. Inaugurata nel 1600 per volontà del viceré Bernardino de Cárdenas y Portugal, duca di Maqueda, la strada fu progettata per collegare il Cassaro (oggi Via Vittorio Emanuele) con la zona della stazione centrale, creando così una croce barocca che divideva la città in quattro mandamenti: Kalsa, Albergheria, Seralcadio e Loggia.

Teatri e palazzi storici

Lungo Via Maqueda si susseguono edifici di grande valore storico e artistico. Tra questi spicca il Teatro Massimo, uno dei più grandi teatri d'opera d'Europa, inaugurato nel 1897. Altri edifici notevoli includono il Palazzo Comitini, sede della Città Metropolitana di Palermo, e il Palazzo Sant'Elia, oggi centro espositivo.

I quattro canti: il teatro del sole

All'incrocio tra Via Maqueda e Via Vittorio Emanuele si trova Piazza Vigliena, meglio conosciuta come Quattro Canti. Questa piazza ottagonale, realizzata tra il 1609 e il 1620, è decorata con statue rappresentanti le quattro stagioni, i quattro re spagnoli di Sicilia e le quattro sante patrone di Palermo: Agata, Cristina, Ninfa e Oliva.

Una passeggiata tra cultura e tradizione

Oggi, Via Maqueda è una zona pedonale che offre una passeggiata tra negozi, caffè, ristoranti e botteghe artigiane. La strada è anche un punto di incontro per eventi culturali e manifestazioni, rendendola un luogo vivo e dinamico.

Curiosità: la strage del pane

Il 19 ottobre 1944, Via Maqueda fu teatro della cosiddetta "Strage del Pane", quando una protesta pacifica per la mancanza di cibo fu repressa con violenza dalle forze dell'ordine, causando la morte di almeno 24 persone e il ferimento di oltre 150.

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