C'è un paradiso in Sicilia che pochi conoscono | Il luogo dove natura e storia si fondano

Esplora la Riserva Naturale di Capo Gallo a Palermo: un'oasi di biodiversità, storia e panorami mozzafiato.

A cura di Paolo Privitera
21 giugno 2025 18:00
C'è un paradiso in Sicilia che pochi conoscono | Il luogo dove natura e storia si fondano - Foto: tato grasso/Wikipedia
Foto: tato grasso/Wikipedia
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Un tesoro naturale a Palermo

Situata tra i quartieri di Mondello e Sferracavallo, la Riserva Naturale Orientata di Capo Gallo è un'area protetta di circa 586 ettari istituita nel 2001 per preservare la sua straordinaria biodiversità e le formazioni geologiche uniche. 

Flora e fauna uniche

La riserva ospita una ricca varietà di specie endemiche. Tra le piante, spiccano la camomilla del Monte Gallo (Anthemis ismelia) e lo sparviere del Monte Gallo (Hieracium lucidum), entrambe in pericolo critico di estinzione. La fauna include il rospo smeraldino siciliano (Bufotes boulengeri siculus), simbolo della riserva, e numerose specie di uccelli rapaci come il falco pellegrino e il gheppio

Grotte e meraviglie marine

Le coste carsiche della riserva sono modellate in affascinanti grotte, tra cui la Grotta dell'Olio, accessibile solo via mare, e la Grotta Regina, un sito archeologico con iscrizioni risalenti al periodo punico. I fondali marini ospitano praterie di Posidonia oceanica e strutture calcaree chiamate "trottoir a vermeti", indicatori di acque pulite e habitat per numerose specie marine.

Sentieri e accessi

La riserva è accessibile da tre ingressi principali:

  • Accesso orientale: dalla Torre di Mondello, lungo un sentiero costiero che conduce al faro di Capo Gallo.
  • Accesso occidentale: da contrada Barcarello a Sferracavallo, attraverso un breve sentiero.
  • Accesso meridionale: tramite una strada comunale che porta al "Semaforo", un'ex postazione militare a 527 metri sul livello del mare. 

Curiosità: l'origine del nome

Il nome "Capo Gallo" deriva dal Monte Gallo, che separa i golfi di Mondello e Sferracavallo. Una leggenda locale racconta che il profilo del monte, visto da una certa angolazione, ricorda la cresta di un gallo.

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