Il progetto che ha acceso Palermo | La Fiera del Mediterraneo e la novità che nessuno conosceva

La Fiera del Mediterraneo a Palermo: un viaggio tra gloria e abbandono, simbolo del boom economico e delle sfide contemporanee.

A cura di Paolo Privitera
06 giugno 2025 21:00
Il progetto che ha acceso Palermo | La Fiera del Mediterraneo e la novità che nessuno conosceva - Foto: SonoGrazy/Wikipedia
Foto: SonoGrazy/Wikipedia
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Le origini: un sogno di rinascita

Nel cuore pulsante di Palermo, ai piedi del Monte Pellegrino, nel 1946 nacque la Fiera del Mediterraneo. Un'iniziativa ambiziosa, voluta da cinque visionari: Gianni Morici, Emanuele Maiolino, Vincenzo Ajovalasit, Gioacchino D'Anna e Antonino Caronia. L'obiettivo? Rilanciare l'economia siciliana nel dopoguerra, creando un ponte commerciale tra l'Italia e i paesi del Mediterraneo.

L'apice: un polo espositivo di rilievo

Con una superficie di oltre 83.000 m², la Fiera divenne rapidamente uno dei principali poli espositivi d'Italia. Eventi, esposizioni e incontri internazionali animavano i suoi padiglioni, attirando visitatori da ogni dove. Era il simbolo di una Palermo proiettata verso il futuro, orgogliosa della sua capacità di innovare e accogliere.

Il declino: tra abbandono e rinascita

Negli anni successivi, la Fiera iniziò a mostrare segni di cedimento. Problemi gestionali, mancanza di investimenti e cambiamenti nel panorama economico portarono a un progressivo declino. Nel 2008, le attività si fermarono, lasciando un vuoto nel tessuto urbano e culturale della città.

Tentativi di rilancio: una speranza sempre viva

Nonostante le difficoltà, la voglia di riportare in vita la Fiera non si è mai spenta. Nel 2015, grazie all'intervento di Medifiere, l'evento è stato rilanciato, cercando di restituire alla città un pezzo della sua storia. Tuttavia, le sfide rimangono: la necessità di modernizzare le strutture, attrarre espositori e rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più esigente.

Curiosità: un luogo di memoria e ddentità

La Fiera del Mediterraneo non è solo un luogo fisico, ma un simbolo dell'identità palermitana. Molti cittadini conservano ricordi legati alle sue edizioni: le prime esperienze lavorative, gli incontri, le scoperte. Rappresenta la capacità di una comunità di sognare in grande, di affrontare le sfide e di cercare sempre una nuova rinascita.

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