Quello che è successo dentro queste mura ti lascerà senza parole | La storia nascosta dell’Ospedale Civico di Palermo
Scopri la sorprendente evoluzione dell'Ospedale Civico di Palermo: da rifugio medievale a centro d'eccellenza per i trapianti.

Le origini: un rifugio per i bisognosi
L'Ospedale Civico di Palermo ha radici che risalgono al 1429, quando il frate benedettino Giuliano Majali fondò l'Ospedale Grande e Nuovo. Questo istituto nacque dall'unione di diverse strutture assistenziali esistenti, come l'ospedale di San Bartolomeo e quello di San Giovanni dei Tartari, con l'obiettivo di fornire cure ai poveri e ai malati della città.
Evoluzione e trasformazioni nel tempo
Nel corso dei secoli, l'ospedale ha subito numerose trasformazioni. Nel 1805, con la trasformazione dell'Accademia degli Studi di Palermo in Università, l'insegnamento della medicina trovò sede proprio nell'ospedale.
Nel 1850, l'ospedale assunse la denominazione di "Civico", sottolineando la sua dipendenza dall'amministrazione comunale. Due anni dopo, le attività assistenziali furono trasferite nei locali della casa gesuitica di San Francesco Saverio.
Nel 1870, l'ospedale si unì al Fatebenefratelli, assumendo la denominazione di "Civico e Benfratelli".
Un centro d'eccellenza per i trapianti
Negli ultimi decenni, l'Ospedale Civico di Palermo è diventato un punto di riferimento nazionale per i trapianti di organi. In collaborazione con l'Università di Pittsburgh e l'Ospedale "Cervello", è stato costituito l'Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione (ISMETT), che ha iniziato la sua attività nel 1999.
Nel 2017, l'ospedale è stato individuato come DEA di II livello e oggi ospita il Coordinamento regionale per il prelievo e il trapianto d'organo (CRT).
Una curiosità che non conoscevi
Nel 1907, Ignazio Florio, membro della celebre famiglia Florio, fu presidente dell'ospedale e firmò l'atto di acquisto del terreno su cui sorge l'attuale struttura.