La chiesa che lasciò il cielo a vista | Il fascino e le curiosità assurde di Santa Maria dello Spasimo a Palermo

Scopri Santa Maria dello Spasimo a Palermo: chiesa senza tetto, teatro, ospedale e ora spazio culturale che incanta i palermitani.

A cura di Paolo Privitera
21 luglio 2025 18:00
La chiesa che lasciò il cielo a vista | Il fascino e le curiosità assurde di Santa Maria dello Spasimo a Palermo - Foto: Matthias Süßen/Wikipedia
Foto: Matthias Süßen/Wikipedia
Condividi

Origini, devozione e architettura incompiuta

Nel 1506, il giureconsulto Jacopo de Basilicò, mosso dal dolore della moglie defunta e dalla devozione per il tema dello "Spasimo" (il svenimento della Vergine), donò un terreno alla congregazione olivetana per edificare la chiesa di Santa Maria dello Spasimo.  I lavori, avviati nel 1509 in stile tardo‑gotico‑catalano, procedettero con rapidità: entro sei anni il luogo di culto era già fruibile, ma rimase incompiuto, senza tetto, e solo la parte monumentale venne completata. Nel 1535, a causa delle tensioni con i Turchi, l’area fu incorporata nelle difese urbane: l’edificio fu trasformato in baluardo, con bastioni e fossati. Da allora la chiesa mantenne la sua struttura “aperta al cielo”, elementare ma suggestiva, perfetta per illuminare navate e archetti con luce naturale e stelle.

Trasformazioni d’uso: da teatro a ospedale

La storia di Santa Maria dello Spasimo è un viaggio tra funzioni inaspettate. Nel 1582, dopo che i monaci furono espulsi, la chiesa fu convertita nel primo teatro pubblico di Palermo: ospitò l’“Aminta” di Tasso, trasformandosi in un luogo d’incontro culturale. Successivamente, durante la peste del 1624, divenne lazzaretto, mentre nei secoli successivi fu usata come granaio, deposito per merci, e poi trasformata in ospedale geriatri-co e ospizio per i poveri tra Ottocento e Novecento. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la struttura accolse opere d’arte sfollate per i bombardamenti, mentre nel dopoguerra precipitò in un periodo di abbandono e degrado, fatiscente e semi‑distrutto, fino al restauro del 1995, quando fu inaugurata come teatro all’aperto con un concerto di Giovanni Sollima.

Un monumento “aperto al cielo” che incanta Palermo

Oggi Santa Maria dello Spasimo è uno degli spazi più suggestivi di Palermo. Le sue arcate gotiche e le mura incomplete si fondono con il cielo e la luce, creando atmosfere rare, anche grazie alla presenza di un orto botanico spontaneo al centro della navata.  Di giorno è luogo di visita, di sera teatro per concerti, mostre e performance, mentre le stelle diventano un proscenio naturale durante gli spettacoli all’aperto . Per i palermitani, lo Spasimo è l’emblema della capacità di rinascere dalle rovine, fonde la storia sacra e civile, e rappresenta la potenza evocativa di un luogo sospeso tra terra e cielo.

Curiosità: l’altare di Gagini e Raffaello in trasferta e la rinascita dell’arte

Forse non sai che Santa Maria dello Spasimo avrebbe dovuto custodire un capolavoro di Raffaello, il celebre “Spasimo di Sicilia” commissionato nel 1517 per l’altare e realizzato su tela, che fu miracolosamente recuperato da un naufragio tra Genova e la Sicilia. Tuttavia, nel 1661, il quadro fu venduto al viceré spagnolo e portato all’Escorial, finendo per rimanere a Madrid, dove si trova tuttora nel Museo del Prado. L’altare, invece, scolpito da Antonello Gagini, fu smembrato e trasferito tra le cappelle palermitane e i musei, fino a quando, nel 2007, fu ricomposto nella chiesa: oggi accoglie una precisa riproduzione della pala raffaellesca, inaugurata ufficialmente nel 2020, restituendo allo Spasimo l’equilibrio emotivo per cui era stato concepito. Così un’opera perduta, un altare ritrovato e una struttura mai finita convivono, trasformando Santa Maria dello Spasimo in un luogo dove memoria storica, arte rinascimentale e comunità palermitana si intrecciano, lasciando il cielo sempre a vista come segno finale di speranza e bellezza.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Il Fatto di Palermo sui social