L’incredibile evoluzione di un giardino leggendario | Il Giardino Inglese e l'assurda storia che non conosci
L’eleganza otto-novecentesca del Giardino Inglese a Palermo: storia, sculture e curiosità in un’arena verde cittadina.

Un’oasi creativa nel cuore di Palermo
Nel 1851, l’architetto Giovan Battista Filippo Basile progettò il celebre Giardino Inglese, oggi Parco Piersanti Mattarella, concepito secondo il gusto romantico del giardino all’inglese: forme naturali, collinette, valli, grotte artificiali e un laghetto, seguendo l’orografia del terreno come fosse un dipinto vivente. Fu impreziosito da esotiche piante provenienti da tutto il mondo, grazie alla collaborazione con il botanico palermitano Vincenzo Tineo, allora direttore dell’Orto Botanico. Questa trasformazione di Palermo in uno spazio urbano raffinato e immerso nella natura segnò un cambiamento profondo anche per i suoi abitanti: nel Giardino Inglese i palermitani dell’Ottocento trovarono un rifugio di eleganza, cultura e respiro intellettuale.
Arte, architettura e memoria urbana
Lungo i sinuosi sentieri sorgevano busti in marmo, statue storiche e sculture in bronzo firmate da grandi artisti siciliani dell’800 e primi del '900: Benedetto Civiletti, Mario Rutelli, Ettore Ximenes tra gli altri. Spicca il “Kanaris a Scio”, opera di Civiletti del 1878 dedicata al generale greco, che conferì al parco una dimensione quasi internazionale. Al centro, il monumento a Garibaldi, scolpito da Vincenzo Ragusa nel 1891, arricchisce il parterre, testimonianza della centralità di Palermo nel processo di Unità d’Italia. Questi elementi architettonici fecero del giardino un salotto culturale per i cittadini, dove passeggiare significava respirare arte e memoria.
Eleganza vegetale e saperi ottocenteschi
La presenza di alberi esotici come Ficus macrophylla, Cycas revoluta, Dracaena draco, e altre specie umbre, testimonia il carattere innovativo del giardino. Queste piante, provenienti dall’Orto Botanico grazie a Tineo, trasformarono Palermo in un laboratorio vegetale, integrando bellezza e scienza. Nel tessuto urbano sempre più congestionato del XIX secolo, il Giardino Inglese rispondeva alla domanda di rilassamento, salute e istruzione botanica: i palermitani potevano così studiare e godere di specie rare senza abbandonare la città.
Declino, restauri e funzione civica
Nel secolo successivo, il Giardino soffrì atti di vandalismo e abbandono: statue e fontane caddero in degrado, l’impianto di illuminazione fu dismesso, e le sculture vandalizzate. Tuttavia, grazie a restauri e attenzione crescente da parte del FAI e di associazioni culturali locali, sono state riportate alla luce opere dimenticate e ridati decoro ai viali. Oggi, questo luogo è dedicato alla memoria di Piersanti Mattarella, simbolo della lotta antimafia, e rappresenta una riserva di bellezza e memoria collettiva per i palermitani.
Curiosità
Nel romantico silenzio del Giardino Inglese, si cela una storia segreta: tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, era consuetudine tra le famiglie aristocratiche palermitane incontrarsi nella cosiddetta “Villa Garibaldi”, l’area centrale del parco, per organizzare frescate conversazioni culturali su arte, letteratura e politica. Questi incontri avvenivano sotto il monumento equestre a Garibaldi, inaugurato nel 1891, simbolo di un nuovo ardore patriottico. Quando le lanterne a gas illuminavano i viali, la musica di un’armonica o di un violino improvvisato riecheggiava tra querce e salici, catturando i passanti in attimi sospesi tra eleganza e mistero.
Nel 1885, una giovane poetessa palermitana descrisse la scena in un sonetto rimasto manoscritto nei sotterranei della Biblioteca Regionale: “Sospiri d’amor e versi fioriscono al lume d’una torcia, in mezzo a giganti arborei”. Questo componimento è andato perduto nel tempo, ma storici locali confermano la sua esistenza citandolo nei diari risalenti all’epoca.
Ancora oggi, una leggenda sussurra che nelle notti d’estate un lieve eco di musica antica si percepisca tra le fronde del giardino, quando il vento accarezza le statue bronzee. Alcuni visitatori, esperti di acustica urbana, avrebbero riscontrato un fenomeno di riverbero naturale: le sculture in bronzo farebbero da amplificatori, restituendo suoni ovattati tra le collinette del parco. Recentemente, un gruppo di sound artist ha registrato queste eco suggestive: suoni che combinano il fruscio delle foglie, l’acqua di piccole fontane e vibrazioni metalliche sottili, generando un’esperienza sinestetica unica.
Questo spaccato sensoriale rimanda ai valori del giardino romantico inglese, spazio in cui arte, natura, cultura e tecnologia si fondono. Per i palermitani, passeggiare lì non è solo svago: è entrare in un luogo di memoria vivente. Un giardino dove le pietre raccontano e dove l’eleganza non si vede solamente ma si sente, invisibile eppure presente.