Un capitolo oscurato dalla storia: Caravaggio e il mistero della cripta di Palermo

Scopri i misteri della cripta seicentesca di Santa Maria della Pietà a Palermo e il legame (reale) con Caravaggio e i palermitani.

A cura di Paolo Privitera
25 luglio 2025 21:00
Un capitolo oscurato dalla storia: Caravaggio e il mistero della cripta di Palermo - Foto: Jerome Bon/Wikipedia
Foto: Jerome Bon/Wikipedia
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Il gioiello barocco nascosto nel cuore della Kalsa

La Chiesa di Santa Maria della Pietà, progettata da Giacomo Amato nel 1678 e consacrata nel 1723, sorge nel quartier Kalsa, su via Torremuzza all’angolo con via Alloro. Questo edificio è celebre per la sua facciata doppio ordine in stile barocco romano, per gli affreschi di Guglielmo Borremans e le elaborate decorazioni in stucco di Procopio Serpotta. Tuttavia, pochi sanno che sotto la chiesa si nasconde una cripta segreta dalla storia rarissima, riservata alla famiglia nobile dei Lanza, un’originalità nel panorama palermitano dove le cripte erano di solito riservate a ordini religiosi o confraternite. Questo spazio sotterraneo, riaperto nel 1996 dopo secoli di oblio, custodisce marmi policromi e un gruppo scultoreo della Madonna della Pietà – sottolineando un legame tra sacro, arte e potere locale.

Una cripta d’eccezione e il suo legame con Caravaggio

La cripta fu eretta dopo il 1614, grazie al giuspatronato di Ottavio e Giovanna Gioeni, che ottennero il permesso per realizzare lo spazio nei locali della precedente chiesa di Santa Zita
balarm.it. Il gruppo marmoreo della Pietà è attorniato da marmi mischi decorati nel 1689: un’opera scultorea che ricorda per drammaticità e pathos le atmosfere caravaggesche. Pur non essendo un’opera del Merisi, il forte chiaroscuro barocco, i toni scuri e i chiaroscuri intensi richiamano l’attenzione di studiosi e visite guidate sulla sua possibile influenza sul pittore lombardo durante l’unica sua permanenza certa a Palermo: la celebre Natività con i santi Lorenzo e Francesco del 1609, oggi perduta, ma ben documentata nella Chiesa di San Lorenzo.

Palermo e un patrimonio sotterraneo dimenticato

Palermo ha vissuto momenti di trasformazione drammatica, soprattutto durante i bombardamenti del 1943, che semidistrussero il monastero annesso e uccisero gran parte del patrimonio decorativo . L’abbandono seguente portò la cripta, quasi dimenticata, sotto strati di polvere e degrado, fino al 1996 quando con entusiasmo e sorpresa venne riaperta. La giornalista Alessandra Turrisi, allora giovane, racconta di un ambiente “carico di polvere, umidità, e odore pungente”, ma anche di un’atmosfera sospesa che lasciava intuire la sua magnetica bellezza. Il restauro iniziato nel 1997 e terminato nel 1998 ha riportato a nuova luce le stanze sotterranee, scoprendo che la cripta custodiva non solo il gruppo della Pietà, ma anche tracce di un uso privato e familiare, mai collettivo o confraternale, un caso rarissimo nella città

Caravaggio a Palermo: delitto, furto e suggestione artistica

Facendo un ulteriore salto nel tempo e nello spirito, è impossibile ignorare il fascino della presenza di Caravaggio a Palermo: nel 1609 il pittore realizzò la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi per l’Oratorio di San Lorenzo, poi rubata nel 1969 in un misterioso furto mafioso. Questa perdita ha lasciato un segno nella memoria collettiva dei palermitani, ma ha anche alimentato un’atmosfera di mistero che avvolge ogni opera barocca di Palermo, dalle cappelle sotterranee ai gruppi marmorei. Alcuni storici sostengono che Caravaggio abbia potuto visitare luoghi simili alla cripta, lasciandosi suggestionare dai giochi di luce e ombra, così tipici negli ambienti sotterranei.

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