Un piatto che ha sfidato la fame e la storia, è palermitano ed ha vissuto tra tradizione e sopravvivenza

Da bevanda medievale a piatto sacro: scopri come il latte di mandorla e la cuccìa salvarono i palermitani durante la carestia di Santa Lucia.

A cura di Paolo Privitera
25 luglio 2025 18:00
Un piatto che ha sfidato la fame e la storia, è palermitano ed ha vissuto tra tradizione e sopravvivenza - Foto: Giallo Zafferano
Foto: Giallo Zafferano
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Il latte di mandorla: la bevanda medievale che arrivò a Palermo

Il latte di mandorla, o amygdalatum, è molto più di un semplice sostituto vegetale del latte: è un’autentica testimonianza medievale della Sicilia. Originario dei monasteri cristiani e diffuso anche tra i musulmani, veniva prodotto mettendo le mandorle in infusione in acqua e filtrandole per ottenere un liquido bianco e ricco di nutrienti. Grazie alla sua conservabilità rispetto al latte vaccino, era perfetto durante il periodo quaresimale e in situazioni di difficoltà alimentare. In Sicilia la produzione casalinga era ancora molto attiva, grazie all’abbondanza di mandorle isle ante e alle tradizioni familiari.

La cuccìa: grano bollito e latte di mandorla, un miracolo narrato

Il 13 dicembre, giorno dedicato a Santa Lucia, i palermitani ricordano una carestia storica: nel 1646 Giunse al porto una nave carica di grano, impedita di scaricare e cavalcata da città e suore, ignorando le autorità. Il popolo, disperato, bollì il grano anziché macinarlo, creando un piatto solidale e sacro: la cuccìa. La versione palermitana, arricchita con latte di mandorla, crema, ricotta, zuccata, cannella e gocce di cioccolato, diventò simbolo di speranza e solidarietà.

Latte di mandorla e cuccìa: nutrire il corpo e lo spirito

La scelta di usare il latte di mandorla nella cuccìa non è casuale: si fonde con la festa religiosa, diventa nutrimento e devozione. I monaci medievali avevano imparato il valore nutritivo del latte vegetale (amygdalatum) e questo saper antico si unì alla leggenda di Santa Lucia, creando una tradizione duratura e profondamente sentita dai palermitani. Ogni 13 dicembre, a Palermo come a Siracusa, le famiglie condividono la cuccìa, evitando prodotti di farina in segno di penitenza, mentre latte di mandorla, ricotta, canditi e cioccolato rendono il piatto una festa di luce e nutrimento.

Curiosità

La storia della cuccìa con latte di mandorla intreccia devozione religiosa, ingegno popolare e botanica millenaria. Nel 1646 la Sicilia fu segnata da una carestia devastante: i raccolti fallirono e la fame cominciò a dilagare tra i villaggi e la città di Palermo. La notizia dell’arrivo di un bastimento carico di grano agitò gli animi: non era destinato alla città, ma a un convoglio privato. Tuttavia, i palermitani, fame e fede unite, presero l’iniziativa. Si dice che persino i custodi della fede non riuscirono a fermarli — e così il grano fu gettato nelle pentole fumanti invece che nei mulini.

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