Cosa nasconde davvero la prima pietra normanna: la nascita di una Chiesa rivoluzionaria a Palermo

Viaggio nella Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi di Palermo: origine normanna sul fiume Oreto, arte ibrida e segreti svelati!

A cura di Paolo Privitera
21 agosto 2025 12:00
Cosa nasconde davvero la prima pietra normanna: la nascita di una Chiesa rivoluzionaria a Palermo - Foto: Bjs/Wikipedia
Foto: Bjs/Wikipedia
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La nascita di una Chiesa rivoluzionaria

Nel 1071 i fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero I innalzarono questa chiesa sulle rovine del castello arabo Yahya, appena conquistato. Era il primo segno visibile del nuovo potere normanno nella Conca d’Oro: una “bandiera di pietra” piantata accanto al fiume Oreto, allora navigabile e ricco di palmeti. La scelta fu simbolica: dimostrare che Palermo, dopo secoli di dominazione islamica, entrava in un’era inedita di sincretismo culturale e di apertura al Mediterraneo. Il tempio divenne presto un lebbrosario aperto ai pellegrini, a conferma dell’approccio cavalleresco-religioso dei Normanni verso i poveri e i malati.

Tra oriente e occidente: architettura di frontiera

A prima vista la chiesa appare severa, ma un occhio attento scorge archi a ogiva di ascendenza islamica, murature in conci squadrati alla francese e un’inconsueta pianta basilicale priva di abside: un mix che anticipa lo stile arabo-normanno celebrato oggi dall’UNESCO. Le bifore strombate lasciano filtrare lame di luce calda, mentre il campanile a vela racconta il passaggio dai minareti alle torri cristiane. È il prototipo dell’architettura normanna in Sicilia, che unisce austerità militare e ricercatezza orientale, preludio alle future meraviglie di Cefalù e Monreale.

Il fiume Oreto: arteria di storia e rinascita

La posizione accanto all’Oreto non fu casuale: il fiume era allora la via più rapida per far arrivare legname, pietra e granaglie alle mura palermitane. A pochi decenni dalla costruzione, l’ammiraglio Giorgio d’Antiochia edificò il celebre Ponte dell’Ammiraglio per agevolare i traffici e collegare il nascente quartiere normanno alla città portuale. Oggi il corso d’acqua è spesso dimenticato, ma l’Ecomuseo urbano e varie associazioni ambientaliste ne stanno promuovendo la bonifica, riscoprendo l’antico ruolo di “umbilicus palermitano” che nutrì mercati, giardini e cantieri navali per otto secoli.

Dall’abbandono alla rinascita dei palermitani

Dopo secoli di incuria e danni bellici, la chiesa fu riaperta al culto nel 2006 grazie a un restauro filologico che ha riportato alla luce capitelli scolpiti, pavimenti in cocciopesto e tracce di affreschi bizantini. Inserita nell’Itinerario Unesco Palermo Arabo-Normanna, oggi ospita concerti di musica sacra, visite guidate e laboratori per le scuole del quartiere Oreto-Stazione, diventando un simbolo di rigenerazione sociale: la prima pietra che ancora parla ai palermitani di dialogo culturale, inclusione e rispetto del paesaggio fluviale. 

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