Una scoperta che sta cambiando la storia: il Tempio di Diana a Palermo e il mistero dei megaliti sulla Rocca
Scopri il Tempio di Diana sopra Cefalù: megaliti pre-ellenici, santuario-fortezza e misteri che affascinano i palermitani.

Origini megalitiche
Il Tempio di Diana, incastonato nella rocca di Cefalù, risale al IX sec. a.C. ed è un capolavoro dell’architettura megalitica pre-ellenica sul territorio palermitano. La struttura fu realizzata in più fasi: la cisterna originaria, scavata nella roccia e coperta da grandi lastroni, risale appunto al IX secolo a.C.; mentre la parte medio-alta in blocchi squadrati fu aggiunta tra V e II secolo a.C. Ejemplo tipico di santuario-fortezza, con funzione religiosa e difensiva grazie alla sua posizione strategica.
Architettura, struttura e controversie
Il complesso è costruito con massicci blocchi lithici poligonali e presenta una colonna centrale cilindrica in pietra a sostegno della copertura della cisterna. La parte superiore mostra architravi e stipiti realizzati in pietre squadrate forse nel II sec. a.C. Il nome “Tempio di Diana” è frutto di tradizione popolare: gli studiosi, infatti, ne riconoscono l’anima sacra (ad acque o divinità ctonie), ma mancano prove certe del culto di Diana stessa, avvalorando piuttosto l’ipotesi di santuario strategico e luogo rituale pre-ellenico.
Un viaggio storico tra panorama e mistero
Il sito si trova a circa 500 metri dall’ingresso del percorso sulla Rocca, a un’altezza notevole con vista panoramica sul mare palermitano. I percorsi, assai frequentati dai turisti e dai palermitani curiosi, permettono di combinare natura e archeologia. Pur ancora avvolto da un alone di incertezza, il Tempio ha ispirato studiosi e artisti: il pittore francese Jean‑Pierre Houël lo raffigurò durante il Grand Tour, e oggi quel disegno è custodito a San Pietroburgo, nell’Ermitage.