Un labirinto barocco palermitano che cela segreti inattesi
Nel cuore di Palermo la Chiesa del Gesù, detta Casa Professa, svela un barocco mozzafiato e segreti nascosti tra stucchi e marmi.


Il cuore barocco di Palermo
Nel centro storico di Palermo, a pochi passi dal mercato di Ballarò, si erge la Chiesa del Gesù, nota ai palermitani come Casa Professa. Costruita a partire dal 1564 per volere della Compagnia di Gesù, questa chiesa è considerata uno degli esempi più straordinari di barocco siciliano, al punto da lasciare senza fiato chiunque varchi il suo portone monumentale.
Le sue pareti sono letteralmente ricoperte da stucchi, marmi policromi e intarsi che raccontano storie di fede e potere. L’interno appare come una scenografia teatrale in cui ogni angolo brilla di dettagli: colonne che sembrano vive, angeli sospesi, decorazioni che si intrecciano fino a confondere lo sguardo. Non a caso, viene definita uno dei “libri di pietra” più affascinanti della Sicilia.
Tra arte e storia
L’architettura della Casa Professa nasce in stile tardo rinascimentale, ma fu nel XVII secolo che assunse l’aspetto odierno, grazie all’intervento di artisti come i fratelli Serpotta, maestri degli stucchi. L’edificio divenne presto uno dei simboli della potenza dei Gesuiti a Palermo, sia dal punto di vista religioso che culturale.
Un particolare che colpisce è la straordinaria biblioteca annessa, uno scrigno di sapere che custodisce manoscritti e testi antichi di immenso valore. La chiesa non fu solo luogo di culto, ma anche di formazione intellettuale, contribuendo a fare di Palermo una delle capitali culturali del Mediterraneo tra Seicento e Settecento.
I segreti custoditi tra le decorazioni
La Chiesa del Gesù nasconde però dettagli che spesso sfuggono a una visita superficiale. Ad esempio, nel pavimento si trovano lapidi sepolcrali di nobili e religiosi che ricordano la funzione sepolcrale dell’edificio. Inoltre, alcune decorazioni in marmo policromo celano simboli allegorici legati al potere gesuitico e alla lotta contro l’eresia.
Non va dimenticato che l’edificio subì gravi danni durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale: gran parte della navata fu distrutta e poi ricostruita con un minuzioso lavoro di restauro che riportò alla luce la magnificenza originaria.