Un capolavoro barocco tra mito e città: a Palermo una pietra trasformata in poesia
La Fontana della Ninfa a Palermo, capolavoro barocco del 1635, è un gioiello dimenticato che unisce arte, mito e storia cittadina.
Un capolavoro barocco tra mito e città
Nel cuore di Palermo, incastonata tra le vie del centro storico, si trova la Fontana della Ninfa, un’opera che parla di arte, mito e suggestioni barocche. Progettata da Vincenzo La Barbera e realizzata nel 1635 da Mariano Smiriglio, questa fontana è un esempio straordinario di come l’acqua e la pietra potessero diventare linguaggio poetico e politico allo stesso tempo.
L’impianto barocco, ricco di simbolismi, rappresentava l’ideale di una città che voleva mostrarsi splendida agli occhi dei viaggiatori e dei suoi abitanti. Le decorazioni raffinate, i giochi d’acqua e la figura della ninfa evocavano non solo la bellezza femminile, ma anche la prosperità e la fertilità, temi centrali nella Palermo seicentesca.
Un gioiello nascosto di Palermo
Col tempo, la Fontana della Ninfa è stata in parte dimenticata, oscurata dalla fama di altre opere monumentali come la Fontana Pretoria o il Genio di Palermo. Tuttavia, proprio questa sua condizione marginale la rende un tesoro raro da scoprire. Essa rappresenta la Palermo che non appare subito agli occhi del turista frettoloso: una città che vive nei dettagli, nei vicoli e nei frammenti di memoria barocca disseminati tra le pietre.
L’opera di Smiriglio non è solo architettura ornamentale: è un simbolo dell’identità cittadina, in cui mito e urbanistica si intrecciano, lasciando tracce di un passato in cui arte e potere camminavano fianco a fianco.
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