Gli strumenti che raccontano il tempo: quando Palermo studiava l’invisibile e domava l’elettricità

Gli strumenti che raccontano il tempo: quando Palermo studiava l’invisibile e domava l’elettricità

19 novembre 2025 12:00
Gli strumenti che raccontano il tempo: quando Palermo studiava l’invisibile e domava l’elettricità - Foto: Dcirri/Wikipedia
Foto: Dcirri/Wikipedia
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Dalle aule dei pionieri alla memoria della scienza

All’interno dell’Università degli Studi di Palermo, in un’ala dove il tempo sembra essersi fermato, si conserva la Collezione storica degli strumenti di fisica, un patrimonio di valore inestimabile che testimonia l’evoluzione della ricerca scientifica tra il XVIII e il XX secolo. È una raccolta nata dall’esigenza di preservare le apparecchiature utilizzate dai primi docenti e ricercatori del corso di Fisica dell’ateneo, strumenti che un tempo animavano esperimenti, lezioni e dimostrazioni pubbliche.

Questa collezione, unica nel suo genere, racconta la storia di un’epoca in cui Palermo era un centro culturale vivace, in dialogo con i grandi poli scientifici d’Europa. Gli strumenti custoditi — realizzati in legno, ottone e vetro — documentano il passaggio dalla fisica “filosofica” a quella sperimentale, quando la scienza cominciava a misurare, prevedere e comprendere le leggi della natura.

Gli strumenti che fecero la storia

Tra i pezzi più significativi si trovano macchine elettrostatiche, galvanometri, pompe pneumatiche, bilance di precisione e dispositivi per lo studio della luce, del calore e dell’elettricità. Ogni strumento porta con sé il segno dell’artigianato scientifico di un tempo, quando la fisica era ancora un’arte manuale oltre che una disciplina teorica.

Molti degli oggetti provengono dai laboratori dei professori Domenico Scinà e Filippo Parlatore, protagonisti della storia scientifica siciliana. Alcune apparecchiature furono acquistate dalle più rinomate officine europee dell’Ottocento, come le case Ruhmkorff di Parigi e Leybold di Colonia, a testimoniare i legami internazionali dell’università palermitana.

Oggi la collezione non è solo un insieme di reperti, ma un vero archivio della conoscenza, che consente di comprendere come la scienza abbia cambiato il modo di pensare e di osservare il mondo.

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