Il piatto che a Palermo non manca mai: lo mangi spesso ma non sai il suo vero nome
Gli anelletti al forno, simbolo di Palermo, uniscono pasta, tradizione e memoria familiare in un piatto che racconta la città.
Un simbolo della domenica palermitana
Ci sono profumi che appartengono a un luogo più di qualsiasi monumento. A Palermo, il profumo degli anelletti al forno è uno di questi: una fragranza che riempie le case, i vicoli, i ricordi. È un piatto che non nasce per stupire, ma per unire, tramandato da generazioni come un rito di famiglia. La pasta ad anello, cotta al dente, viene avvolta in un sugo denso di carne e piselli, condita con formaggio e uova sode, e poi dorata in forno fino a diventare una corona di gusto inconfondibile.
Gli anelletti non sono soltanto un formato di pasta: sono un simbolo identitario, una dichiarazione d’amore alla propria città. Ogni famiglia custodisce la propria versione, diversa per quantità, cottura e segreti di condimento. Ma il risultato è sempre lo stesso: un piatto che racconta Palermo meglio di mille parole.
Una storia che viene da lontano
Le origini degli anelletti al forno risalgono ai tempi in cui la cucina siciliana assorbiva influenze arabe e francesi. L’idea di una pasta cotta e poi gratinata con formaggio e carne deriva da antiche consuetudini di corte, dove i cuochi sperimentavano intrecci di sapori e consistenze. Nel tempo, il piatto è sceso dai palazzi alle tavole popolari, diventando protagonista della domenica, dei pranzi di festa e delle gite fuori porta.
A differenza di altre preparazioni regionali, gli anelletti al forno non sono mai stati confinati a un solo ceto sociale: univano tutti, dal nobile al lavoratore. Oggi sono presenti in ogni rosticceria palermitana, preparati in versione monoporzione o a teglia, e rimangono una delle espressioni più autentiche della gastronomia cittadina.
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