L’antica figura che veglia sul mare di Palermo e incarna lo spirito eterno della città

Il Genio del Porto di Palermo è una statua rinascimentale che rappresenta l’anima pagana e protettrice del capoluogo siciliano.

27 novembre 2025 12:00
L’antica figura che veglia sul mare di Palermo e incarna lo spirito eterno della città - Foto: Fabrice de Nola/Wikipedia
Foto: Fabrice de Nola/Wikipedia
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Il simbolo che unisce mare e identità

Tra i moli e le acque tranquille del porto di Palermo, sorge una scultura che da secoli rappresenta il cuore invisibile della città: il Genio del Porto. L’opera, collocata originariamente presso il Molo Vecchio, è una delle più antiche raffigurazioni del Genio di Palermo, simbolo pagano della città e figura protettrice della sua popolazione.

Realizzata nel XV secolo, la statua raffigura un uomo coronato, con un serpente che gli si avvolge attorno al petto, mentre tiene in mano un globo, emblema del potere universale. Il serpente, che si nutre del suo stesso sangue, non è un segno di morte ma di rinascita, rappresentando la forza vitale e la capacità dei palermitani di rigenerarsi anche nei momenti più difficili della loro storia.

Il Genio del Porto, rivolto verso il mare, accoglie idealmente chi arriva in città: una presenza immobile ma carica di significato, che saluta marinai, pescatori e viaggiatori da secoli.

Un simbolo identitario tra mito e devozione

Il Genio del Porto non è un semplice monumento, ma parte integrante della cultura palermitana. È una delle otto raffigurazioni ufficiali del Genio sparse per la città, insieme a quelle di Villa Giulia, Piazza Rivoluzione e Palazzo Pretorio. In tutte queste immagini, l’idea di fondo rimane invariata: il Genio è il “numen tutelare” di Palermo, il suo protettore laico, un simbolo di libertà e di orgoglio civico che ha attraversato epoche, dominazioni e culture diverse.

La statua attuale che si trova al porto è una copia fedele dell’originale, realizzata nel 1573 da Pietro de Bonitate e successivamente restaurata. L’originale è oggi conservato al Museo di Palazzo Abatellis, a testimonianza della sua importanza storica e artistica.

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