Il ponte antico che unisce Palermo alla sua storia: dove ancora vi sono misteri irrisolti
Il Ponte dell’Ammiraglio a Palermo, costruito nel XII secolo, è una meraviglia normanna che ha sfidato le alluvioni e la modernità.
Un simbolo di ingegno e resistenza
Tra i monumenti che raccontano la storia più autentica di Palermo, c’è il Ponte dell’Ammiraglio, un’opera che ha attraversato secoli di dominazioni, guerre e trasformazioni urbane. Costruito nel XII secolo per volontà dell’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, ministro fidato di Ruggero II, il ponte faceva parte del sistema viario che collegava la città al mare e alle zone agricole della Conca d’Oro.
La struttura, realizzata in pietra calcarea, è composta da undici archi a sesto acuto, leggeri e armoniosi, che testimoniano la straordinaria abilità ingegneristica dei Normanni. All’epoca, il ponte attraversava il fiume Oreto, che oggi scorre più lontano: il corso d’acqua cambiò infatti direzione a causa di eventi naturali e di successive modifiche urbanistiche. Nonostante ciò, il ponte è rimasto intatto, resistendo a secoli di alluvioni e terremoti, come un segno di continuità fra la Palermo medievale e quella moderna.
Una storia di passaggi e di memoria
Per secoli, il Ponte dell’Ammiraglio è stato la porta d’accesso alla città per chi arrivava da oriente. Fu attraversato da eserciti e pellegrini, da commercianti e viaggiatori. Nel 1860, durante la Spedizione dei Mille, Garibaldi e i suoi uomini lo attraversarono nel loro ingresso trionfale a Palermo: un episodio che unisce questo monumento non solo all’epoca normanna, ma anche alla storia dell’Unità d’Italia.
Oggi il ponte si trova immerso in un contesto urbano completamente diverso da quello originario, ma la sua presenza conserva un fascino intatto. Chi si avvicina, percepisce ancora il respiro di una Palermo antica, fatta di pietra e di memoria, in cui ogni arco sembra raccontare un frammento del tempo che è passato.
16.2°