La curiosa dimora che a Palermo unì la nobiltà siciliana e il fascino del Rinascimento

Il Palazzo Ajutamicristo, nel cuore di Palermo, rappresenta uno dei più raffinati esempi di architettura rinascimentale in Sicilia.

24 dicembre 2025 21:00
La curiosa dimora che a Palermo unì la nobiltà siciliana e il fascino del Rinascimento - Foto: Hszeee/Wikipedia
Foto: Hszeee/Wikipedia
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Un palazzo che racconta l’ascesa di una famiglia

Nel centro storico di Palermo, tra vicoli antichi e strade che portano il segno delle dominazioni, si trova il Palazzo Ajutamicristo, una delle residenze più eleganti della città. La sua storia comincia alla fine del Quattrocento, quando il banchiere e mercante Guglielmo Ajutamicristo, originario di Pisa, decise di costruire una dimora che potesse riflettere il prestigio raggiunto dalla sua famiglia.

Per la realizzazione del palazzo si affidò all’architetto Matteo Carnilivari, una delle figure più importanti del Rinascimento siciliano. Il risultato fu un edificio che, ancora oggi, rappresenta un punto di incontro tra la solennità medievale e l’armonia delle forme rinascimentali. L’ingresso principale, imponente ma elegante, si apre su un cortile con un elegante porticato a due ordini di arcate, un tempo animato da carrozze, servitori e ospiti illustri.

Gli anni dei fasti e delle trasformazioni

Nel corso dei secoli, il Palazzo Ajutamicristo divenne un luogo centrale nella vita politica e culturale di Palermo. Dopo la morte di Guglielmo, la proprietà passò ai Moncada, una delle famiglie più potenti della nobiltà siciliana. Fu in quegli anni che il palazzo venne ampliato e abbellito, fino a diventare una vera e propria residenza principesca.

Le sale interne conservano affreschi, decorazioni e arredi che raccontano il gusto raffinato dei secoli passati. Tra queste spicca il Salone delle Feste, utilizzato per ricevimenti e incontri di rilievo, in cui le famiglie dell’aristocrazia palermitana intrecciavano alleanze e accordi matrimoniali. Nel Settecento e nell’Ottocento, la struttura subì nuovi restauri che ne aggiornarono lo stile senza snaturarne l’essenza originaria.

Oggi il palazzo, che affaccia su via Garibaldi, continua a trasmettere quel senso di equilibrio e maestosità che lo rese famoso fin dal suo primo giorno di vita.

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