Là dove Palermo sognò la libertà: la montagna che vide nascere un destino

A Gibilrossa, vicino Palermo, nel 1860 si accese la scintilla della libertà con Garibaldi e i Mille: un luogo di battaglie e speranze.

23 dicembre 2025 12:00
Là dove Palermo sognò la libertà: la montagna che vide nascere un destino - Foto: Emirok/Wikipedia
Foto: Emirok/Wikipedia
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Una collina testimone di storia

A pochi chilometri da Palermo, nel territorio di Misilmeri, sorge Gibilrossa, un’altura che domina la valle come un antico guardiano. Il suo nome, che deriva dall’arabo Jabal al-Russa (“monte rosso”), richiama il colore del terreno e delle rocce che la compongono. Ma dietro la quiete che oggi regna tra le sue strade e i sentieri, Gibilrossa custodisce uno dei capitoli più intensi della storia italiana.

Qui, nel maggio del 1860, Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille trovarono rifugio e organizzarono la strategia che avrebbe portato alla conquista di Palermo. Dopo lo sbarco a Marsala e la vittoria di Calatafimi, il generale scelse Gibilrossa come punto di osservazione e di incontro con i patrioti siciliani. Tra le rocce e le campagne circostanti, le truppe garibaldine si prepararono alla battaglia decisiva che avrebbe segnato l’inizio dell’Unità d’Italia.

La battaglia e la rinascita di un popolo

Il 27 maggio 1860, da Gibilrossa partì l’assalto verso Palermo. Le forze borboniche difendevano la città con artiglieria pesante e barricate, ma l’avanzata dei Mille, sostenuta dalla popolazione, riuscì a sorprendere gli avversari. In pochi giorni, tra scontri e rovine, Palermo divenne il simbolo della riscossa nazionale.

Gibilrossa, da quel momento, cessò di essere soltanto una collina: divenne un luogo della memoria, il punto da cui la storia italiana prese una direzione diversa. Ogni pietra, ogni sentiero sembra raccontare la tensione e il coraggio di quegli uomini che, tra fame e speranza, affrontarono un destino incerto pur di inseguire un’idea di libertà.

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