L’enigmatico volto di Palermo che da secoli veglia sulla libertà della città
Il Genio di Piazza Rivoluzione, simbolo laico di Palermo, racconta da secoli l’identità, la fierezza e l’indipendenza del popolo palermitano.
Un simbolo che nasce dal popolo
C’è un angolo di Piazza Rivoluzione, nel cuore di Palermo, dove una statua in pietra sembra osservare silenziosamente il passare del tempo. È il Genio di Piazza Rivoluzione, una figura mitica che da secoli rappresenta lo spirito indomito della città. Non è un santo, non è un re, ma un uomo maturo e fiero, incoronato da un serpente che gli si avvolge intorno al petto. Una visione che affascina e spiazza, come la stessa Palermo.
La scultura, incastonata nella Fontana del Genio, risale al XV secolo e raffigura quella divinità laica che i palermitani considerano “l’anima” della loro città. In lei convivono forza, saggezza e libertà: caratteristiche che il popolo ha voluto riconoscere a se stesso, scegliendo un simbolo lontano dalla religione ma vicino alla propria identità.
Nel corso dei secoli, il Genio è diventato una presenza costante, un testimone muto di rivolte, speranze e trasformazioni. Quando Palermo si ribellò ai Borbone nel 1848, proprio in questa piazza il popolo innalzò il vessillo dell’indipendenza. Da allora, il Genio di Piazza Rivoluzione è rimasto associato al desiderio di libertà dei palermitani.
Tra mito, arte e identità
Il Genio di Palermo è una figura antichissima, le cui origini si perdono tra mito e leggenda. Secondo alcuni studiosi, il suo culto risale addirittura all’epoca punica, quando la città venerava uno spirito protettore chiamato “genius loci”, ovvero il “genio del luogo”. Col passare del tempo, quell’antica divinità venne reinterpretata in chiave umanistica, fino a diventare il simbolo civile per eccellenza della città.
La statua di Piazza Rivoluzione, attribuita alla scuola di Domenico Gagini, mostra un realismo intenso: il volto sereno ma autorevole, la barba folta e la corona sul capo lo rendono una figura riconoscibile e allo stesso tempo misteriosa. Il serpente che gli si avvolge intorno non rappresenta un pericolo, ma la sapienza e la continuità della vita. È come se l’intera città di Palermo fosse racchiusa in quella figura: antica, complessa, a volte contraddittoria, ma sempre viva.
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