Ponte sullo Stretto di Messina: ecco perché molti temono davvero che venga costruito

Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito: il tema divide l’opinione pubblica e rilancia il confronto sulle infrastrutture strategiche

29 dicembre 2025 12:20
Ponte sullo Stretto di Messina: ecco perché molti temono davvero che venga costruito - Credit foto Ponte sullo Stretto di Messina
Credit foto Ponte sullo Stretto di Messina
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Il Ponte sullo Stretto di Messina è da decenni uno dei temi più ambiti del dibattito pubblico italiano. C’è chi lo considera un simbolo di modernizzazione e chi, al contrario, lo definisce un’opera inutile o persino dannosa. Come sottolineato dalla pagina social Ponte sullo Stretto di Messina, le critiche si ripetono nel tempo quasi immutate: presunti rischi ambientali, timori economici, dubbi tecnici. Un confronto che spesso sembra più ideologico che basato su dati concreti, alimentando una narrazione che tende a semplificare una questione molto più complessa.

Tra paure ambientali e argomentazioni economiche

Secondo i detrattori, il ponte rappresenterebbe una minaccia per l’ambiente e un costo eccessivo per le casse pubbliche. Eppure, queste posizioni trascurano elementi fondamentali, come l’impatto già oggi generato dal sistema dei traghetti o il fatto che, storicamente, ogni grande infrastruttura di collegamento ha prodotto benefici economici e sociali nei territori coinvolti. Come si legge nel post di Ponte sullo Stretto di Messina, non manca poi chi sostiene che le risorse dovrebbero essere destinate ad “altre priorità”, ignorando che, in passato, i fondi non utilizzati per il ponte non sono mai rimasti al Sud, ma sono stati riallocati altrove.

I dati che ribaltano la narrazione

Come si legge nel post social di Ponte sullo Stretto di Messina, che il ponte tra la Sicilia e l’Europa sia un investimento sensato è dimostrato da numerosi studi realizzati da istituzioni autorevoli come Università Bocconi, Istituto Bruno Leoni, Prometeia e Open Economics.

I vantaggi, soprattutto nel lungo periodo, risultano talmente rilevanti da rendere il costo di realizzazione marginale. A questo si aggiunge un dato spesso ignorato: la Sicilia, a causa dell’insularità, perde ogni anno miliardi di euro di PIL. Dal punto di vista matematico ed economico, quindi, sostenere che “quei soldi andrebbero spesi altrove” è privo di significato. È anche per questo che l’opposizione al ponte appare sempre più come una battaglia ideologica: se l’opera venisse realizzata e producesse i benefici attesi, alcune posizioni risulterebbero semplicemente indifendibili, mostrando chi, ancora una volta, si è schierato dalla parte sbagliata della storia.

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