Il qanat Gesuitico alto | Il fiume segreto sotterraneo che scorre sotto Palermo da mille anni
Sotto Palermo scorre un fiume nascosto: il qanat Gesuitico alto. Un'opera ingegnosa araba che ancora oggi funziona. Scoprilo qui!

Un fiume nel sottosuolo di Palermo
C'è un mondo sotterraneo, silenzioso e oscuro, che scorre da secoli sotto le strade di Palermo. Tra i suoi misteri più affascinanti c’è il qanat Gesuitico alto, un antico acquedotto di origine islamica che rappresenta un capolavoro d’ingegneria idraulica medievale, rimasto attivo per oltre mille anni.
I qanat sono canali scavati a mano, in leggera pendenza, che convogliano le acque delle falde acquifere verso la superficie. E proprio Palermo è l’unica città italiana in cui questa tecnica di derivazione persiana è stata usata e conservata.
La storia dell’acqua nascosta
Il qanat Gesuitico alto fu scavato dagli arabi tra il IX e l’XI secolo, durante la loro dominazione della Sicilia. Era parte di una rete più vasta di condotti idrici che permettevano l’irrigazione dei campi e l’approvvigionamento della città. Il nome "Gesuitico" si deve ai Gesuiti che, secoli dopo, ne ereditarono la gestione per alimentare le loro coltivazioni.
Nonostante le tecnologie moderne, il qanat è ancora funzionante, e alcuni tratti sono percorribili con visite guidate in condizioni di sicurezza.
Dentro il qanat: l’esperienza di visita
Scendere nel qanat Gesuitico alto è come entrare in un altro tempo. Si accede tramite pozzi verticali profondi fino a 15 metri, e ci si ritrova in un tunnel largo circa 60 cm, con l’acqua che scorre silenziosamente sotto i piedi. L’ambiente è umido, fresco e completamente buio, illuminato solo da torce.
Per percorrerlo è necessario indossare stivali, casco e abbigliamento tecnico. L’esperienza è oggi proposta da associazioni specializzate come Terradamare, e le visite sono tra le più richieste dai turisti avventurosi.
Curiosità: il qanat più profondo d’Europa
Il qanat Gesuitico alto detiene un primato affascinante: è considerato il più profondo sistema idraulico arabo ancora accessibile in Europa. La profondità media varia tra i 12 e i 30 metri, e alcuni pozzi scendono fino a 40 metri sotto il livello stradale.
In alcune notti d’estate, i locali dicono che si possano udire dal sottosuolo strani echi dell’acqua: suoni ritmati, quasi come un battito, che i più anziani del quartiere chiamano “il respiro della terra”.