La buca della salvezza | Un foro nella storia del Risorgimento palermitano
Scopri la storia della "buca della salvezza" a Palermo, il foro che salvò due patrioti durante la rivolta della Gancia nel 1860.

Nel cuore del quartiere Kalsa di Palermo, sulla facciata della chiesa di Santa Maria degli Angeli, meglio conosciuta come la Gancia, si trova un piccolo foro noto come la "buca della salvezza". Questo modesto dettaglio architettonico racchiude una storia di coraggio e astuzia legata ai moti rivoluzionari del 1860.
La rivolta della Gancia e la fuga dei patrioti
Il 4 aprile 1860, un gruppo di rivoluzionari guidati da Francesco Riso insorse contro il dominio borbonico, dando vita alla rivolta della Gancia. Il tentativo fallì e molti insorti furono catturati o uccisi. Due di loro, Gaspare Bivona e Filippo Patti, riuscirono a nascondersi nella cripta della chiesa, tra le sepolture dei frati, evitando la cattura.
L'astuzia delle "scopariote" e la fuga attraverso la buca
Dopo cinque giorni senza cibo né acqua, Bivona e Patti scavarono un foro nel muro della cripta per cercare aiuto. Le donne del quartiere, note come "scopariote" per la loro attività nella produzione di scope, inscenarono una violenta lite per distrarre i soldati borbonici. Approfittando della confusione, i due patrioti allargarono la buca e fuggirono attraverso di essa, salvandosi.
La buca della salvezza oggi: un simbolo di resistenza
Oggi, la "buca della salvezza" è visibile sulla facciata laterale della Gancia in via Alloro, accompagnata da una lapide commemorativa. Questo piccolo foro rappresenta un simbolo tangibile della resistenza palermitana contro il dominio borbonico e testimonia l'ingegno e il coraggio dei cittadini dell'epoca.
Curiosità
Il vicolo adiacente alla chiesa, attraverso il quale Bivona e Patti fuggirono, è stato rinominato via del 4 Aprile in memoria della rivolta del 1860. Questo toponimo ricorda ancora oggi l'importanza storica di quegli eventi per la città di Palermo.