Il Castello di Maredolce | Quando Palermo ospitava le dimore degli emiri

Scopri la storia del Castello di Maredolce a Palermo, antica dimora degli emiri e simbolo dell'incontro tra culture nell'architettura siciliana.

A cura di Paolo Privitera
02 maggio 2025 12:00
Il Castello di Maredolce | Quando Palermo ospitava le dimore degli emiri - Foto: F.Lo Valvo/Wikipedia
Foto: F.Lo Valvo/Wikipedia
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Un gioiello arabo-normanno nel cuore di Palermo

Il Castello di Maredolce, noto anche come Palazzo della Favara, è un esempio emblematico dell'architettura arabo-normanna a Palermo. Situato nel quartiere Brancaccio, alle pendici di Monte Grifone, questo edificio testimonia l'incontro tra le culture islamica e normanna che ha caratterizzato la storia siciliana. Il termine "Favara" deriva dall'arabo "al-Fawwarah", che significa "sorgente", indicando la presenza di fonti d'acqua nella zona. ​

Le origini: dalla residenza emiratina alla trasformazione normanna

Le origini del castello risalgono al periodo della dominazione musulmana in Sicilia. Secondo alcune fonti, fu edificato intorno al 1071 come residenza per l'emiro Ja'far al-Kalbi II, che governò Palermo tra il 998 e il 1019. Durante il regno di Ruggero II, il palazzo fu trasformato in una delle residenze reali normanne, mantenendo però intatte molte delle sue caratteristiche architettoniche islamiche. ​

Il lago artificiale e il parco della Favara

Una delle peculiarità più affascinanti del Castello di Maredolce era il suo lago artificiale, noto come "Maredolce". Questo bacino d'acqua dolce circondava il palazzo su tre lati ed era alimentato dalla sorgente della Fawwarah, creando un'isola artificiale al centro. Il lago, insieme al vasto parco della Favara, ricco di agrumeti e specie esotiche, rappresentava un'oasi di piacere e svago per i sovrani normanni. ​

Declino e rinascita: dalle trasformazioni successive ai restauri recenti

Nel corso dei secoli, il castello subì diverse trasformazioni. Nel 1328, fu ceduto ai frati-cavalieri teutonici, che lo adibirono a ospedale. Successivamente, passò alla famiglia Beccadelli di Bologna e, nel XVII secolo, al duca Francesco Agraz, periodo durante il quale fu convertito in azienda agricola. Dopo anni di abbandono e degrado, nel 1992 la Regione Siciliana acquisì l'edificio, avviando nel 2007 importanti lavori di restauro per riportarlo al suo antico splendore. ​

Curiosità

Nonostante le numerose trasformazioni subite nel corso dei secoli, il Castello di Maredolce conserva ancora oggi la sua cappella palatina, dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, testimonianza dell'integrazione tra elementi architettonici islamici e cristiani che caratterizza l'edificio.

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