Spuntano ovunque in città | Gli ‘occhi’ di ferro battuto sui portoni di Palermo
A Palermo gli antichi portoni “guardano” davvero: ecco il mistero degli occhi in ferro battuto, tra fede, superstizione e arte.

I portoni che ti osservano: un dettaglio carico di mistero
Chi cammina nei quartieri antichi di Palermo — dalla Kalsa al Cassaro, da Ballarò fino a via Maqueda — si accorge presto di un dettaglio curioso: sui grandi portoni in legno scuro, quasi sempre decorati, spiccano dei ferro battuti a forma d’occhio. Non sono casuali, e non sono solo belli da vedere. Sono simboli apotropaici, cioè elementi pensati per proteggere la casa e i suoi abitanti dal malocchio e dalle influenze negative.
Il ferro battuto palermitano: una scuola d’arte popolare
La presenza di questi occhi è legata alla millenaria tradizione del ferro battuto a Palermo, praticata da generazioni di fabbri e artigiani detti “mastri di forgi”. Le botteghe sorgevano soprattutto nel quartiere Oreto – Sant’Ernesto, e in parte nella zona del Papireto, dove l’attività era documentata già in epoca araba.
Questi artigiani non si limitavano alla funzione estetica: ogni simbolo aveva un significato e un potere. L’occhio veniva forgiato per “guardare il male e rimandarlo indietro”.
Occhi, mani e altri simboli: un linguaggio segreto
L’occhio non era l’unico simbolo ricorrente. Insieme a lui, si trovavano spesso mani chiuse a pugno (simbolo contro l’invidia), figure zoomorfe (gufi, serpenti, teste di leone), croci e stelle a otto punte.
Tutto serviva a costruire una barriera invisibile: la porta diventava non solo un limite fisico, ma un confine tra sacro e profano, tra sicurezza e pericolo.
Un gesto protettivo tramandato dalle culture antiche
L’uso dell’occhio come simbolo di difesa è antichissimo. Lo ritroviamo in Grecia (come il “mati”), in Nord Africa (il “khamsa” o mano di Fatima), nell’ebraismo (l’occhio della Provvidenza), ma anche nei riti popolari siciliani, contaminati da secoli di cultura araba, bizantina, ebraica e cristiana.
Palermo, come crocevia del Mediterraneo, ha fatto di ogni porta una soglia simbolica.