Palermo attiva i centri estivi, ma i bambini perdono l'opportunità? | Scopri perché la festa è solo una facciata!
L'amministrazione comunale annuncia i centri estivi, ma l'impegno per l'infanzia è assente. Occorre un sistema educativo stabile! 🌱🏫

Centri Estivi a Palermo: Le Critiche della Consigliera Di Gangi
L’annuncio dell’amministrazione comunale di Palermo sull’attivazione dei centri estivi ha suscitato non poche polemiche. Mariangela Di Gangi, consigliera del Partito Democratico, ha espresso forti critiche riguardo al modo in cui l’amministrazione ha gestito la questione, definendo «inopportuno» il tono festante della comunicazione ufficiale.
Secondo Di Gangi, il bando a sportello scelto dall’amministrazione è un approccio «discutibile» che penalizza le realtà locali, favorendo chi riesce a presentare progetti più rapidamente. Questa scelta, secondo lei, riduce il numero di enti coinvolti e di bambini che possono accedere ai servizi, chiedendo dunque un impegno più significativo verso la crescita e l’educazione infantile.
Un aspetto cruciale della sua dichiarazione riguarda la mancanza di una visione strutturale per i servizi per l’infanzia a Palermo. «Se esistesse un sistema stabile e capillare di servizi per l’infanzia, il tema dei centri estivi non diventerebbe un’emergenza annuale», ha affermato la consigliera. L’attuale gestione, a suo avviso, è frammentaria e non tiene conto delle esigenze educative delle famiglie e dei territori.
Di Gangi non si ferma qui: sottolinea che parlare di infanzia significa anche affrontare il tema della sicurezza. Secondo la consigliera, costruire un ambiente sicuro vuol dire investire in politiche più giuste. Tuttavia, accusa l’amministrazione Lagalla di aver trascurato questi principi fondamentali, relegando i diritti dei più piccoli a semplici «spot» propagandistici.
In conclusione, Mariangela Di Gangi chiama a una riflessione profonda sull’importanza di un approccio lungimirante e integrato per garantire i diritti e il benessere dei bambini a Palermo, affinché il tema dell’infanzia non diventi più un’«urgenza da rincorrere», ma una priorità costante e strutturata.