Un miracolo che ha cambiato Palermo per sempre | Il culto che sfida ogni logica e ancora stupisce

Scopri il culto misterioso del Genio di Palermo, simbolo civico e protettore della città contro peste, fame e invasioni.

A cura di Paolo Privitera
01 luglio 2025 18:00
Un miracolo che ha cambiato Palermo per sempre | Il culto che sfida ogni logica e ancora stupisce - Foto: Fabrice de Nola/Wikipedia
Foto: Fabrice de Nola/Wikipedia
Condividi

Il Genio di Palermo: un simbolo che precede tutto

A Palermo, prima ancora che arrivasse Santa Rosalia, c’era lui: il Genio, figura enigmatica, laica ma venerata come una divinità. Non è un santo, non è un eroe, non è un re. Eppure, per secoli, fu il simbolo stesso della città, presente nelle sue piazze, sui suoi stemmi, nei palazzi e persino nel cuore dei palermitani più devoti.

Il morso del serpente e il mistero dell'immortalità

Il Genio viene rappresentato con una corona, una barba regale e un serpente che gli morde il petto. Una scena inquietante? Forse. Ma per i palermitani è il segno della conoscenza e della rinascita. Il serpente, infatti, simboleggia la sapienza, e il suo morso non uccide: rafforza. Il Genio è immortale perché incarna lo spirito della città, capace di rinascere dopo guerre, carestie e, soprattutto, epidemie.

Il miracolo durante la peste del 1624

Nel 1624, Palermo fu colpita da una violenta epidemia di peste. Migliaia di morti, panico, disperazione. Ma fu proprio in quel periodo che il culto del Genio tornò prepotentemente. Secondo le cronache popolari, alcuni malati, dopo aver pregato davanti alla statua del Genio, guarirono inspiegabilmente. Fu allora che la città decise di affiancargli Santa Rosalia come protettrice ufficiale. Ma molti non dimenticarono chi arrivò per primo.

Le statue del Genio: sette guardiani della città

Oggi si contano sette statue del Genio sparse per Palermo. Le più famose sono:

  • Il Genio di Piazza Garraffello, nel cuore della Vucciria
  • Il Genio di Villa Giulia, detto anche “Palermu u Nicu”
  • Il Genio di Palazzo Pretorio, proprio davanti alla Fontana della Vergogna

Ognuna è diversa, ma tutte hanno gli stessi elementi: il serpente, la corona, il volto sereno ma austero. Come se sorvegliassero la città, silenziosamente, da secoli.

Curiosità: una figura laica che unisce tutti

Il Genio è uno dei pochi simboli non religiosi a essere venerato come se lo fosse. Per questo, ancora oggi, è il vero “spirito” palermitano, il “padre” della città. In tempi di crisi, è a lui che molti palermitani rivolgono un pensiero silenzioso, come se potesse ancora proteggerli.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Il Fatto di Palermo sui social