Il borgo palermitano che custodisce un castello e un segreto d’acqua millenario
Cefalà Diana, piccolo borgo della provincia di Palermo, svela il fascino del suo castello medievale e le antiche terme arabe incastonate nella roccia.


Un borgo sospeso nel tempo
A pochi chilometri da Palermo, arroccato sulle colline che dominano la Conca d’Oro, si trova Cefalà Diana, un borgo che sembra rimasto fermo nel tempo. Il paese, poco più di duemila abitanti, custodisce un fascino discreto e autentico, lontano dalle mete turistiche più affollate, ma capace di sorprendere chi decide di esplorarlo. Le sue origini si intrecciano con la storia dei feudi medievali e con l’importanza strategica di questo punto di passaggio tra l’entroterra e la costa.
Il nome stesso del borgo ha origini suggestive: “Cefalà” deriva probabilmente dall’arabo Shifālah, che indicava una rocca, mentre “Diana” richiama la nobile famiglia che per secoli ha detenuto il possesso del feudo. Questo intreccio linguistico racconta già molto della stratificazione culturale tipica della Sicilia.
Il castello che domina dall’alto
Il simbolo indiscusso del borgo è il Castello di Cefalà Diana, che si erge imponente a circa 600 metri di altezza. Costruito probabilmente tra il XII e il XIII secolo, durante la dominazione normanna, il castello aveva una funzione militare e di controllo sul territorio circostante. Dalla sua posizione privilegiata, infatti, era possibile sorvegliare le vallate e garantire la difesa del feudo.
La struttura, oggi in parte in rovina, conserva ancora tratti delle sue mura, torri e ambienti interni che testimoniano la vita quotidiana di un tempo. Visitandolo si ha la sensazione di compiere un viaggio indietro nei secoli, immaginando soldati e feudatari che abitavano tra quelle pietre. La vista panoramica che si gode dalle sue alture è uno dei motivi per cui tanti escursionisti scelgono di raggiungerlo: lo sguardo spazia fino al mare, abbracciando gran parte della provincia palermitana.
Le terme arabe incastonate nella roccia
Oltre al castello, Cefalà Diana è celebre per un altro tesoro straordinario: le terme arabe, uno dei rari esempi di architettura islamica legata all’acqua in Sicilia. Le terme, databili tra il IX e il XII secolo, sfruttano una sorgente naturale di acqua calda che sgorga a circa 38 gradi. All’interno, le vasche in pietra e le arcate in stile arabo raccontano un rapporto millenario tra uomo e natura.
Queste terme furono utilizzate anche nei secoli successivi e sono oggi considerate una delle testimonianze più affascinanti della convivenza di culture che ha reso unica la Sicilia medievale.
Una curiosità che pochi conoscono
Non tutti sanno che il Castello di Cefalà Diana non fu mai una residenza regale, ma ebbe quasi esclusivamente funzioni difensive e di avvistamento. Per questo motivo non conserva decorazioni sfarzose, ma piuttosto ambienti austeri e funzionali. È proprio questa caratteristica a renderlo unico: è uno dei rari esempi in Sicilia di fortificazione medievale rimasta fedele alla sua funzione originaria, senza trasformazioni successive in palazzo nobiliare.