Omicidio a Palermo, l’affondo di Davide Faraone scuote la politica

Il Presidente della Fondazione Italiana Autismo e vicepresidente di Italia Viva, Davide Faraone, interviene sui social sul tema della sicurezza e sul clima politico attuale. Le parole che fanno riflettere

14 ottobre 2025 09:14
Omicidio a Palermo, l’affondo di Davide Faraone scuote la politica - Credit foto Davide Faraone
Credit foto Davide Faraone
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Il Presidente della Fondazione Italiana Autismo, Vicepresidente nazionale di Italia Viva e Parlamentare Davide Faraone ha scelto i social per commentare con amarezza l’uccisione del giovane Paolo Taormina, ventun anni, colpito a morte nel cuore della movida palermitana mentre cercava di fermare una rissa. In un lungo post, Faraone ha ricordato come, in passato, ogni fatto di cronaca nera diventasse materiale politico, un pretesto per accusare il governo di turno e cavalcare la paura.

“Non lucrare sul dolore delle persone”

Nel suo intervento, Faraone ha voluto marcare una distanza netta da quella logica: «Io non sono come loro», scrive. Per il parlamentare di Italia Viva, la sicurezza non può ridursi a slogan o proclami elettorali, ma dev’essere “una cosa seria, da maneggiare con rispetto”. Ha inoltre criticato la deriva spettacolare e divisiva della politica, ricordando come il Ministero dell’Interno dovrebbe mantenere un profilo “sobrio e istituzionale”, al di sopra della contesa politica.

“Il governo della sicurezza è diventato quello dell’insicurezza ben comunicata”

Nel passaggio più duro del suo messaggio, Faraone punta il dito contro l’esecutivo di Giorgia Meloni, accusandolo di aver tradito le promesse di sicurezza: "Hanno riempito il codice penale di nuovi reati, ma non le strade di sicurezza. Hanno gonfiato i proclami, ma svuotato i commissariati". Il deputato cita non solo la tragedia di Paolo Taormina, ma anche quelle di Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, giovani palermitani uccisi per futili motivi. E conclude con un’amara riflessione: “Il governo della sicurezza si è rivelato il governo dell’insicurezza ben comunicata. Quando un Paese deve affidare la propria tranquillità alla fortuna, significa che lo Stato ha smesso di proteggere e ha iniziato a raccontarsi”.

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