Affacciata sul mare, è uno dei capolavori palermitani: le curiosità assurde di una Chiesa antichissima
La Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, affacciata sul mare di Palermo, è uno dei capolavori del barocco siciliano, tra fede, arte e storia.
Una facciata che accoglie la luce del mare
Nel cuore del quartiere Kalsa, uno dei più antichi di Palermo, si trova una chiesa che sembra dialogare ogni giorno con il mare: Santa Teresa alla Kalsa. La sua facciata, imponente ma armoniosa, si apre su piazza Kalsa come un sipario di pietra, pronta ad accogliere la luce che arriva dal mare e a restituirla in riflessi dorati.
Fu costruita nel Seicento per volontà delle carmelitane scalze, che vollero un convento dedicato a Santa Teresa d’Avila, figura di grande forza spirituale. L’architetto Giovanni Amico firmò un progetto che unisce rigore e teatralità, caratteristiche che rendono il barocco siciliano così riconoscibile e amato. La facciata, con le sue colonne corinzie e i frontoni spezzati, è un invito a entrare, ma anche un omaggio al paesaggio palermitano, dove l’arte e la natura si inseguono da secoli.
Dentro, un barocco che emoziona
L’interno della chiesa sorprende chiunque varchi la soglia. La pianta a croce latina, le volte decorate, i marmi policromi e le cappelle laterali raccontano una Palermo che nel Seicento era viva, ambiziosa, profondamente devota. Le decorazioni e gli altari, eseguiti da maestranze locali, sono un tripudio di luce e di colore, ma non eccessivo: c’è equilibrio, grazia, una compostezza che avvolge chi osserva.
Tra le opere più importanti spicca la statua di Santa Teresa d’Avila, scolpita con un’intensità che sembra fermare il tempo. Ogni elemento — dalle cornici dorate ai pavimenti in marmo, fino ai confessionali in legno scuro — porta con sé il senso di una fede vissuta con profondità e bellezza. La chiesa, pur essendo meno nota ai turisti rispetto ad altre, è una tappa obbligata per chi vuole capire davvero il barocco palermitano.
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