Il volto enigmatico che da secoli osserva Palermo e ne incarna l’anima immortale
Il Genio di Palazzo Pretorio a Palermo rappresenta il simbolo più antico e misterioso della città, custode della sua libertà e della sua identità.
Il simbolo che attraversa i secoli
Nel cuore di Palermo, all’interno del Palazzo Pretorio, sede del Comune, si trova una delle rappresentazioni più affascinanti e misteriose della città: il Genio di Palermo. Questa figura, raffigurata come un uomo maturo incoronato e con un serpente che gli morde il petto, è da secoli la personificazione laica della città, un simbolo di forza, rinascita e libertà.
La statua del Genio di Palazzo Pretorio risale al XV secolo e venne collocata nella Sala Rossa del Municipio. A differenza delle figure religiose o monarchiche che popolavano le città italiane del tempo, il Genio non rappresenta un santo né un sovrano, ma lo spirito stesso di Palermo, indipendente e indomabile. È una divinità civica, l’espressione di un’identità che si rinnova nei secoli pur restando fedele a sé stessa.
Un mito pagano nel cuore di una città cristiana
La presenza del Genio nel palazzo civico è un elemento quasi sovversivo nella storia di una città profondamente cattolica. Secondo la leggenda, il Genio sarebbe l’erede del culto pagano di una divinità tutelare pre-cristiana che proteggeva l’antica Panormus. La sua immagine, austera e imperturbabile, sembra vegliare sui destini della città, rappresentando la Palermo che non si piega né alle dominazioni né ai mutamenti del potere.
Nel corso del tempo, la figura del Genio è stata riprodotta in diversi punti della città: alla Fontana del Garraffo, a Villa Giulia, nel Palazzo delle Aquile e persino in antiche monete. Ogni versione conserva lo stesso sguardo enigmatico e la simbologia del serpente, emblema di saggezza e di vita che si rigenera.
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