Santa Rosalia e la peste del 1624 | La ragazza eremita che salvò Palermo dalla morte e divenne immortale
Nel 1624 Palermo era devastata dalla peste. Una ragazza scomparsa da secoli riapparve in sogno e cambiò per sempre il destino della città.

Nel pieno di una delle epidemie più devastanti della storia di Palermo, la speranza arrivò non da medici, né da nobili, ma da una ragazza scomparsa da secoli. Una giovane eremita, morta in solitudine su un monte, riapparve in sogno a un malato e lo guarì. In pochi giorni, la città intera gridava al miracolo. Così iniziò il culto di Santa Rosalia, la “Santuzza” che ancora oggi protegge Palermo.
Chi era davvero Rosalia Sinibaldi?
Rosalia visse nel XII secolo ed era una nobildonna normanna della potente famiglia dei Sinibaldi. Rifiutò una vita di agi per ritirarsi in eremitaggio sul Monte Pellegrino, vivendo in una grotta e dedicando la sua esistenza alla preghiera. Morì in solitudine e fu dimenticata... fino a quando riapparve secoli dopo, nel momento più buio della storia palermitana.
La peste del 1624: Palermo in ginocchio
Nel luglio del 1624, Palermo era devastata da un’epidemia di peste bubbonica portata da una nave proveniente da Tunisi. Migliaia di morti, cadaveri nelle strade, panico diffuso. I palermitani si affidavano a santi e processioni, ma nulla sembrava fermare l'avanzata del morbo. Fino al giorno in cui un saponaio di nome Vincenzo Bonelli raccontò di aver avuto una visione miracolosa.
La visione che cambiò la storia
Bonelli, malato e in fin di vita, raccontò che Santa Rosalia gli era apparsa in sogno, rivelandogli dove trovare il suo corpo: in una grotta sul Monte Pellegrino. Le autorità ecclesiastiche, disperate, seguirono le indicazioni e trovarono dei resti. Le ossa furono portate in processione per la città. Da quel momento, i contagi iniziarono misteriosamente a diminuire.
Il miracolo della Santuzza e la fine della peste
Il popolo interpretò la salvezza come un miracolo della Santuzza, e il Senato di Palermo la proclamò patrona della città, al posto di Santa Cristina. Il suo culto esplose: le sue ossa furono custodite nella Cattedrale e ogni anno, il 15 luglio, si celebrò il suo intervento miracoloso con una delle feste religiose più spettacolari d’Europa: il Festino di Santa Rosalia.
Una santa unica, amata da palermitani e… musulmani
Santa Rosalia è un caso raro: una santa eremita, giovane, donna e profondamente legata al popolo, tanto da essere venerata non solo da cristiani ma anche da musulmani. Nei secoli, le comunità arabe della città hanno spesso partecipato al Festino, rendendola simbolo di unione tra culture. Il suo santuario sul Monte Pellegrino è ancora oggi luogo di pellegrinaggio aperto a tutti.
Curiosità
Secondo una tradizione antica, durante la processione del 1624, le ossa trasportate dalla città verso la Cattedrale iniziarono a "sudare" e a emettere profumo di rose. Questo evento fu considerato il segno divino che confermava l'autenticità delle reliquie. Ancora oggi, durante il Festino, si diffonde nell’aria un intenso profumo di fiori, come se la Santuzza fosse davvero lì, tra la sua gente.