L'Oratorio di Santa Cita | Capolavoro del barocco palermitano
Scopri l’Oratorio di Santa Cita a Palermo, scrigno di stucchi e capolavori barocchi firmati Giacomo Serpotta, tra storia, arte e simbolismo.

Un gioiello nascosto nel cuore di Palermo
Nel cuore del centro storico di Palermo, in via Valverde, si trova un capolavoro artistico spesso poco conosciuto: l’Oratorio di Santa Cita. Costruito alla fine del Seicento per volere dell’Ordine Domenicano, questo oratorio rappresenta uno dei massimi esempi di arte barocca in Sicilia. Luogo di culto ma anche di celebrazione visiva della fede, l’oratorio fu arricchito da apparati decorativi di straordinaria bellezza.
Giacomo Serpotta: lo scultore degli angeli
Il vero protagonista dell’Oratorio è Giacomo Serpotta, uno dei più grandi scultori di stucchi del barocco europeo. Tra il 1686 e il 1718, Serpotta trasformò l’oratorio in un vero e proprio “teatro sacro” in stucco: putti, virtù allegoriche, scenografie tridimensionali, scene narrative e personaggi sospesi tra fede e teatro. L’intera superficie è animata da un movimento continuo e teatrale.
Le Battaglie del Rosario: fede e propaganda
Una delle caratteristiche uniche dell’oratorio è il ciclo delle Battaglie del Rosario, un insieme di rilievi in stucco che raffigurano dieci celebri episodi storici legati alla fede cristiana, tra cui la Battaglia di Lepanto. Queste rappresentazioni erano un potente messaggio di lotta contro eresie e minacce esterne, con il Rosario come simbolo di protezione divina.
L’arte che parla: allegorie e simboli nascosti
Serpotta inserisce nelle sue opere una straordinaria varietà di allegorie: ogni parete è popolata da figure femminili che incarnano le Virtù, bambini angelici in pose dinamiche, e creature misteriose. C'è un equilibrio perfetto tra sacro e profano, tra la compostezza religiosa e la vitalità teatrale che rende l’oratorio unico nel suo genere.
Restauri e rinascita dopo la guerra
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, l’oratorio subì danni a causa dei bombardamenti. Per molti anni restò chiuso e dimenticato. Solo alla fine del Novecento, grazie all’impegno della Soprintendenza di Palermo, è stato restaurato e riaperto al pubblico. Oggi fa parte del circuito ufficiale degli oratori serpottiani visitabili in città.
Curiosità
Tra le meraviglie scolpite da Serpotta all’interno dell’Oratorio si trova un rarissimo esempio di “teatrino barocco”: una scena in miniatura scolpita in stucco, completa di quinte teatrali, comparse e prospettive illusorie. Un omaggio alla cultura teatrale palermitana e al legame tra sacro e arte visiva.