L’isola siciliana che nessuno conosce davvero | I misteri che nasconde Ustica e la sua rotta dimenticata

Esplora i segreti di Ustica: dal Neolitico al Bronzo, rocce, relitti e rotta Palermo, l’isola che ha decifrato il Mediterraneo.

A cura di Paolo Privitera
18 luglio 2025 21:00
L’isola siciliana che nessuno conosce davvero | I misteri che nasconde Ustica e la sua rotta dimenticata - Foto: Pavla Mačoková f/Wikipedia
Foto: Pavla Mačoková f/Wikipedia
Condividi

Un crocevia millenario tra Palermo e il Tirreno

Ustica, a soli 70 km da Palermo, emerge come la punta di un antico vulcano sommerso, il Monte Anchise. Gran parte della sua storia è stata celata fino a pochi anni fa, ma recenti ricerche archeologiche stanno riscrivendo il suo ruolo nel cuore del Mediterraneo. Gli scavi hanno rivelato insediamenti umani sin dal Neolitico, con reperti di ossidiana provenienti da Lipari e Pantelleria, datati al V millennio a.C.

Durante l’Età del Bronzo, fu edificato il “Villaggio dei Faraglioni”, un sito fortificato complesso e strategico, scoperto grazie a indagini geofisiche recenti. Muraglie, bastioni e sistemi difensivi confermano che Ustica era un vivace avamposto commerciale, capace di dialogare con le rotte fenicie, greche e sicule, nonché un nodo decisionale tra Palermo e il Tirreno nord-occidentale .

Le tracce di frequentazione nel periodo ellenistico e romano – da sepolture a ceramiche – sono oggi custodite nei Musei di Ustica e di Palermo, a conferma della connessione storica tra l’isola e la città capoluogo.

Rocce, relitti, torri e segni fenici

Nei fondali di Ustica sono affiorati relitti che vanno dall’anfora punica di II secolo a.C. a timoni borbonici e inglesi del XIX secolo, oggi esposti nel Museo Archeologico di Palermo e nello stesso museo isolano.

Le torri costruite dai Borboni e progettate da Nicolò Palma intorno al 1771 servivano da fari e avvistamento: una di esse sorge ancora sul promontorio della Falconiera e fu centrale anche lungo la rotta navale tra Palermo e Ustica. L’isola era un “nodo” vitale per la navigazione nel Tirreno.

Dalle fasi preistoriche alla riscrittura del Mediterraneo

Il ritrovamento dell’ossidiana di Lipari e Pantelleria sull’isola – materia prima per utensili litici – attesta scambi tra queste isole minori e Ustica già nel Neolitico. Gli studi (XRF) dimostrano come l’isola fosse parte integrante di traffici di materie prime, in contatto anche con Palermo e le sue coste.

La recente scoperta del complesso difensivo del villaggio medievale dimostra un insediamento organico, strutturato e protetto, un segno quanto mai chiaro dell’importanza strategica di Ustica. Tutto questo ha contribuito a decifrare le rotte commerciali e migratorie nel Mediterraneo, ribaltando la percezione remota e insignificante dell’isola.

Curiosità: il legame con Palermo

L’evidenza materiale – reperti, ceramiche, relitti – collegano indissolubilmente l’isola a Palermo, sia geograficamente sia storicamente. Ustica non è mai stata un corpo estraneo, ma una testimone e attore nella storia del Mediterraneo: passando per la città arabo-normanna di Palermo, i Fenici, i Greci e i Romani. Ancora oggi, musei e progetti di tutela (Piano paesistico, parchi archeologici, immersioni) rinnovano il legame culturale tra l’isola e il capoluogo palermitano.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Il Fatto di Palermo sui social