Un angolo dimenticato di Sicilia sta facendo parlare di sé: viene chiamato "il paese delle Pietre Parlanti"
Petralia Soprana, “paese delle pietre parlanti”: arte, curiosità e un legame unico con Palermo e i palermitani.

Un gioiello in pietra sospeso tra storia e bellezza madonita
Petralia Soprana, il borgo più alto delle Madonie (1 147 metri), è chiamato “Paese delle Pietre Parlanti” per la straordinaria capacità delle sue costruzioni – chiese, mura, antichi portali – di custodire storie millenarie. Fondata dai Sicani e ampiamente ristrutturata dai Normanni, oggi presenta affreschi medievali, manufatti barocchi e scorci panoramici che, a ogni passo, narrano la stratificazione culturale di un luogo rimasto autentico e profondamente evocativo. Non è un caso che nel 2018 sia stato eletto “Borgo dei Borghi” d’Italia, un titolo che riconosce il valore storico ed estetico dell’abitato.
L’arte sacra e l’artigianato di una comunità viva
Il borgo custodisce una raccolta di tesori di arte sacra – tra chiese normanno‑barocche, altari, sculture e affreschi – che parlano di devozione, memoria e tecnica artistica locale. Particolarmente significativa è l’opera del frate scultore Umile da Petralia, il cui operato, celebrato nei recenti 400 anni dalla nascita, tra sacro e decorativo, è ancora visibile in molte chiese locali. Gli artigiani petralese hanno affinato la lavorazione del ferro, della pietra e del legno, dando vita a elementi architettonici unici – balconi, portali, capitelli – che, come voci silenti, parlano dell’ingegno e del sapere antico.
Tra le 33 frazioni: un mosaico di racconti e paesaggi
Petralia Soprana, con le sue 33 frazioni, è un microcosmo di vita rurale, tradizioni e comunità sospese fra la civiltà contadina e la natura selvaggia. Le sue contrade, spesso lontane dal capoluogo, presentano pozzi, chiesette, mulini abbandonati, appelli artistici e piccole testimonianze agricole. Ogni pietra, ogni muretto a secco, ogni finestra incorniciata raccontano la vita dei pastori, dei carbonai, delle famiglie contadine che hanno vissuto lì per secoli, creando un tessuto di storie e voci che la gente del luogo ancora riconosce. Le guide locali, spesso giovani palermitani innamorati delle Madonie, organizzano visite guidate chiamate “Petrae Splendor”, che uniscono arte, leggenda e natura in un’esperienza avvolgente.
Curiosità
Durante le celebrazioni del 400° anniversario dell’attività artistica di Frate Umile nel 2024, è stata scoperta una curiosità singolare: una lettera autografa del frate è uscita per la prima volta dagli archivi francescani ed è stata letta pubblicamente in un incontro commemorativo. Si tratta di una missiva datata 1628, indirizzata al provinciale dei Frati Minori, in cui Frate Umile discute dettagli tecnici delle sue sculture e manifesta una profonda delusione per il “freddo marmo” usato in alcune commissioni, preferendo il calore del legno che considerava “capace di accogliere l’anima umana”.