Un piccolo scrigno di arte barocca: uno dei capolavori poco conosciuti di Giacomo Serpotta a Palermo

Scopri l’Oratorio di San Mercurio di Palermo, gioiello barocco poco noto che stupisce i palermitani con arte, storia e segreti nascosti.

19 settembre 2025 12:00
Un piccolo scrigno di arte barocca: uno dei capolavori poco conosciuti di Giacomo Serpotta a Palermo - Foto: Stendhal55/Wikipedia
Foto: Stendhal55/Wikipedia
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Un piccolo scrigno di arte barocca

L’Oratorio di San Mercurio è uno dei luoghi più sorprendenti e meno conosciuti di Palermo. Situato accanto alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti, venne edificato nel 1506 come sede della Compagnia dei Bianchi, confraternita dedita alla carità e al sostegno dei più bisognosi. All’esterno appare sobrio, ma al suo interno custodisce un patrimonio artistico capace di lasciare senza parole chiunque vi entri.

I capolavori di Giacomo Serpotta

Il cuore dell’oratorio è decorato dagli splendidi stucchi di Giacomo Serpotta, realizzati tra il 1710 e il 1717. Le sue figure bianche, leggere e dinamiche, rappresentano allegorie e virtù che sembrano muoversi sulle pareti con grazia teatrale. Serpotta trasformò questo piccolo spazio in un capolavoro che rivela tutta la grandezza della scuola barocca palermitana.

Un luogo di devozione e solidarietà

Oltre alla bellezza artistica, l’oratorio era anche un luogo di devozione popolare. La confraternita che lo fondò si dedicava all’assistenza dei poveri e degli ammalati, incarnando lo spirito solidale che ha sempre caratterizzato i palermitani. Questo legame tra arte e carità rende l’oratorio non solo un monumento artistico, ma anche un simbolo di identità collettiva.

Una gemma ritrovata

Per lungo tempo l’oratorio rimase chiuso e dimenticato, ma restauri recenti hanno restituito splendore agli stucchi e riaperto al pubblico questo luogo straordinario. Oggi è visitabile e rappresenta una delle tappe più suggestive dell’itinerario barocco di Palermo, accanto ad altri capolavori di Serpotta come l’Oratorio di San Lorenzo e l’Oratorio del Rosario di Santa Cita.

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