A Palermo c'è un edificio dove si mescola oro, silenzio e segreti mai raccontati di clausura

La Chiesa di Santa Caterina a Palermo è un gioiello barocco con stucchi, marmi policromi e un monastero che custodiva vite segrete.

31 ottobre 2025 18:00
A Palermo c'è un edificio dove si mescola oro, silenzio e segreti mai raccontati di clausura - Foto: Giuseppe ME/Wikipedia
Foto: Giuseppe ME/Wikipedia
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Un trionfo barocco nel cuore della città

Nel cuore di Palermo, a pochi passi da piazza Pretoria e dai Quattro Canti, sorge la Chiesa di Santa Caterina, parte dell’antico monastero domenicano di clausura dedicato a Santa Caterina d’Alessandria. Edificata a partire dal 1566, la chiesa si impone come uno degli esempi più straordinari del barocco siciliano, in cui l’arte diventa un linguaggio capace di raccontare la fede e la magnificenza della città.

La facciata, sobria e solenne, contrasta con l’interno, che sorprende il visitatore con una ricchissima decorazione di marmi mischi, stucchi e affreschi. Colonne tortili, altari monumentali e cupole rivestite di decori trasformano lo spazio in uno scenario teatrale, in cui la spiritualità si fonde con la bellezza sensoriale. Le navate e le cappelle laterali ospitano opere di artisti locali e internazionali, rendendo la chiesa un vero scrigno d’arte e devozione.

Un monastero che racconta vite segrete

Accanto alla chiesa si trova il monastero di clausura di Santa Caterina, luogo dove per secoli vissero monache domenicane, dedite alla preghiera e a un rigoroso isolamento dal mondo esterno. Le grate, i chiostri e le cucine del convento testimoniano ancora oggi la vita austera delle religiose, che però seppero lasciare un segno tangibile nella cultura cittadina. Le monache, infatti, erano celebri per la preparazione di dolci conventuali, tramandando ricette che ancora oggi fanno parte della tradizione palermitana.

La struttura conventuale, con i suoi chiostri e le sue sale, è stata recentemente riaperta al pubblico, restituendo alla città non solo un monumento religioso, ma anche un pezzo di memoria collettiva, fatto di sacrificio, arte e quotidianità nascosta.

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