L'incredibile costruzione che a Palermo nacque come rifugio e divenne custode di un’arte dimenticata
La Chiesa della Madonna dei Rimedi di Palermo unisce storia, fede e arte barocca in un edificio sorto sopra un antico convento carmelitano.
Un santuario nato dal bisogno di fede
Nel cuore di Palermo, lungo la via che collega il centro alle pendici di Monte Pellegrino, sorge la Chiesa della Madonna dei Rimedi, un edificio che racchiude secoli di devozione popolare e arte sacra. La sua storia comincia nel XVII secolo, quando i frati carmelitani decisero di costruire un luogo di culto accanto al loro convento, in un’area che allora era poco urbanizzata. Il nome, “dei Rimedi”, deriva dal titolo mariano invocato dai fedeli per ottenere protezione e guarigione nelle avversità.
La chiesa, edificata nel 1609, fu concepita come parte di un ampio complesso monastico che comprendeva dormitori, chiostri e giardini, tipici dell’architettura carmelitana dell’epoca. Nonostante le trasformazioni subite nel tempo, conserva ancora l’austera eleganza barocca, arricchita da decorazioni in stucco e opere pittoriche di grande valore.
Architettura e opere d’arte
L’interno della Chiesa della Madonna dei Rimedi presenta una navata unica, coperta da una volta affrescata e circondata da cappelle laterali ornate da altari marmorei policromi. Al centro del presbiterio si trova una pala d’altare dedicata alla Vergine, attribuita a pittori locali del Seicento. L’insieme crea un ambiente di armonia e raccoglimento, in cui arte e fede dialogano perfettamente.
Tra le opere più significative si segnalano statue lignee, tele devozionali e un crocifisso ligneo di scuola siciliana, che testimoniano l’intensa produzione artistica legata ai conventi dell’epoca. Le decorazioni in stucco, probabilmente influenzate dalla scuola serpottiana, rivelano la mano di artisti che operarono anche in altri oratori e chiese di Palermo.
Nel corso del tempo, la chiesa ha affrontato restauri e modifiche che ne hanno preservato la struttura originaria, restituendola alla città come testimonianza viva della spiritualità carmelitana.
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