A Palermo esiste una convivenza di culture incredibile: ecco di cosa si tratta
La Moschea di Palermo ricorda l’antico passato islamico della città, quando il Mediterraneo univa popoli, culture e religioni.
Una storia che affiora dal sottosuolo della città
Nel cuore di Palermo, città che per secoli è stata un crocevia di culture, c’è una storia poco raccontata ma fondamentale per capirne l’identità. Prima che chiese e campanili ridisegnassero lo skyline, il suono che risuonava tra le mura era quello del muezzin. Durante il periodo della dominazione araba, tra l’831 e il 1072, Palermo non solo fu capitale dell’Emirato di Sicilia, ma anche una delle città più ricche e colte del mondo islamico mediterraneo.
La Moschea di Palermo, di cui oggi non rimane alcuna struttura visibile, era il centro spirituale e civile di una città che contava decine di luoghi di culto musulmani. Le fonti storiche descrivono la grande moschea principale (probabilmente situata dove oggi sorge la Cattedrale di Palermo) come un edificio imponente, ornato di mosaici, archi e colonne, in grado di accogliere centinaia di fedeli.
Quando, nel 1072, i Normanni conquistarono la città, la moschea fu trasformata in cattedrale, mantenendo però parte della sua struttura originale. È da quell’incontro — più che da una sostituzione — che nacque la sintesi artistica arabo-normanna, oggi riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio mondiale.
La convivenza delle culture e l’eredità visibile
Anche se della moschea non resta nulla in piedi, le sue tracce vivono nei dettagli che Palermo conserva con naturalezza. Gli archi intrecciati, le decorazioni geometriche, i giochi di luce e ombra che ritroviamo in molte chiese normanne sono eredi diretti di quell’estetica islamica che i conquistatori scelsero di non cancellare.
La stessa urbanistica della città vecchia, con i suoi vicoli stretti e le corti interne, porta l’impronta del periodo arabo: un modo di abitare che privilegiava la vita comunitaria, la privacy domestica e la relazione con l’acqua e la vegetazione. In questo senso, la Palermo di oggi è ancora profondamente figlia della sua fase islamica.
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